In memoria del Generale Paolo Inzerilli

(di Maria Grazia Labellarte)
25/03/24

Era soddisfatto di quello che aveva fatto e avuto nel periodo del cappello alpino e per i 17 anni da 007. Non era molto felice di quello che gli è successo dall'estate '90 in poi, i cui strascichi continuavano.

Termininava così una lunga intervista che ebbi occasione di fare, anni fa, con entusiasmo. Sentimento che, chiunque lo incontrava (e che ama la Storia del nostro paese), percepiva dentro di lui.

Ex capo di SM del Sismi, consulente della Commissione Mitrokhin, deus ex macchina dell'operazione Gladio, struttura segreta voluta dalla CIA e dalla Nato in epoca di guerra fredda. Era un Italiano vero il generale, la sua dignità personale è rimasta intatta, quella giudiziaria invece è arrivata nel 2001, quando la Corte di Assise di Roma ha stabilito in via definitiva conforme al giudizio già espresso nella relazione del Comitato Parlamentare per i servizi e informazioni sulla sicurezza e per i Segreti dello Stato del 4 marzo del 1992, la piena liceità e legittimità della struttura della rete italiana Stay-behind (cit. Mirko Crocoli Nome in Codice Gladio). Ciò che catturava era il suo lato umano, la straordinaria preparazione militare e senso dell'analisi strategica, fermo nella difesa dei valori democratici e della sicurezza nazionale.

La sua umanità era nobile, quel sapore di un tempo e il suo impegno a difesa dei valori fondamentali della democrazia e della sicurezza nazionale immutabile. Uomo irreprensibile ed esempio per chiunque si é adoperato o si adoperi per la sicurezza e bene del nostro Paese.

Ciao Generale!