Egregio direttore, mi permetto di scriverle per chiedere il suo aiuto.
Sono nata nel 1936 in un periodo di splendore e lustro per la nostra povera Italia. Ho dato riparo e assistenza a tutti quelli che transitano e che ne hanno avuto necessità, che fossero italiani o stranieri, senza far distinzione alcuna. Tutti quelli che uscivano mi ringraziavano per averli ospitati.
Sono sempre stata considerata indispensabile perché senza di me sarebbe stato molto difficile svolgere tutte le operazioni assolutamente necessarie per farli volare in sicurezza.
Gli anni sono passati velocemente, ho 81 anni ma ho ancora curve sinuose che guardano verso l'alto, proprio là dove ho aiutato a far tornare tutti quelli a cui ho dato riparo.
Quando sono nata io la "statura" media non era quella odierna, oggi sono quasi tutti più alti e nonostante io non sia proprio bassa non sono più in grado di ospitare come un tempo. Oggi dentro di me trovano riparo ed assistenza altri mezzi come ai pullman che trasportano i passeggeri dal terminal agli aerei.
Quest'anno (questo il motivo della mia lettera) vogliono mandarmi in pensione sosituendomi con una più giovane e più alta.
Sono la famosa aviorimessa dell aeroporto di Linate, c'è chi mi ricorda quando sulla mia testa troneggiava la pubblicità di un noto liquore e poi, successivamente, di una nota marca di vestiti.
Mi vogliono demolire! Possibile che non vi sia modo di preservarmi come "bene storico"?!
Posso essere ancora utile. Al mio interno, ai lati, vi sono due targhe della ditta che mi ha costruito: la Breda.
Spero che qualcuno abbia rispetto per una vecchia ma ancora arzilla signora quale sono. Siamo alle solite, in Italia non vi è la cultura della conservazione del patrimonio storico aeronautico (se non per casi più unici che rari), specialmente se riferito al periodo del ventennio fascista che - permettetemi di dirlo - ultimamente è stato rivalutato positivamente specialmente riguardo alle opere realizzate: città, strade, stazioni, bonifiche e anche aeroporti come Linate!
Ricordo che prima l'aeroporto si trovava a Taliedo e distava poche centinaia di metri dall'attuale scalo. Il campo di volo (era un prato) correva lungo via Mecenate, dell'aeroporto sono rimasti solo i ruderi degli stabilimenti Caproni a dimostrare lo splendore di un tempo.
Mio progettista e papà fu l'ing. Arturo Danusso, definito “geniale e dimenticato pioniere dell’ingegneria sismica”. Danusso contribuì in modo determinante alla progettazione strutturale di alcune delle opere chiave della Milano del dopoguerra, come la Torre Galfa, la Torre Velasca e il Grattacielo Pirelli.
Quando mi progettò sicuramente non pensò che, un giorno, qualcuno avrebbe avuto il coraggio di demolirmi!
Renato Cortelletti
Gentile Signora, se è nata nel ventennio c'è poco da fare di questi tempi: dovrà essere rimpiazzata con qualcosa di nuovo, probabilmente meno durevole, sicuramente più caro.
Spero che i commenti dei lettori la consolino. Non posso fare di più che condividere con loro il Suo appello.
Andrea Cucco
(foto: archivio Apostolo / autore)