Lettere a Difesa Online: "Carabinieri e affondamento del Garibaldi"

18/03/24

La mia non vuole essere una polemica sterile ma dopo più di trent'anni in cui porto la divisa la considero una polemica "giusta".

Le decisioni riguardanti la dimensione e la composizione delle forze armate italiane dipendono anche dalle politiche di bilancio e dalle strategie di difesa nazionale stabilite dal governo e dagli alti comandi militari. Queste decisioni dovrebbero essere il risultato di una combinazione di fattori politici, strategici e finanziari. In tempi in cui le tensioni tra le principali potenze mondiali, come Stati Uniti, Cina, Russia ed Europa, possono alimentare speculazioni sulla possibilità di un conflitto su larga scala ha senso che una Forza Armata come i Carabinieri che svolgono principalmente compiti di ordine pubblico e sicurezza interna (affidati anche alla Polizia) abbia numeri addirittura superiori a quella Forza Armata che è principalmente responsabile della difesa nazionale: l'Esercito.

Se escludiamo alcune unità di élite il resto dell'Arma non avrebbe alcuna capacità reale in un teatro operativo.

Negli ultimi anni, l'Italia ha dovuto affrontare tagli al bilancio della difesa, che hanno sicuramente influenzato le sue capacità militari, forse in ottica futura sarebbe meglio destinare le poche risorse dove servono prima che sia tardi.

Marcello

  

Caro lettore, il problema dell'allocazione del bilancio è oramai "antico". Ricordo ancora un convegno di 30 anni addietro in cui un celebre magistrato dell'epoca, sul tema, chiosava che, con la sconfitta del 1945, al Giappone fu imposto di non spendere più del 1% del PIL. Il motivo? Al di sotto di tale quota nessuna Difesa era credibile...

Senza il conteggio dell'Arma, per decenni, l'Italia avrebbe rivelato un bilancio effettivo inferiore allo 0,90% del PIL. Oggi millantiamo un 2% nel 2028 (dopo aver rinnegato 10 anni di rituali promesse per il suo raggiungimento nel 2024...). Toccherà rimilitarizzare la Polizia di Stato?

È inoltre vero che l'organico dell'Esercito è inferiore a quello della Benemerita (~90.000 vs ~110.000), tuttavia non concordo sulla mancanza di capacità in teatro operativo: da decenni vediamo carabinieri in azione nelle più difficili aree del mondo dimostrando capacità, preparazione e forza d'animo.

Ricorderò sempre la gioia di un ufficiale dell'Esercito che era stato assegnato a compiti di "mentoring" con colleghi afgani militari. Temeva di finire a lavorare come istruttore a contatto con le forze di polizia... "Quelli sono i veri delinquenti", mi diceva.

I carabinieri in missione difficilmente sono potuti sfuggire a certe esperienze "sommarie" e dirette. Anche se con le dovute eccezioni, è stato ed è un lavoro davvero ingrato a contatto con altre distanti "realtà", con non rare ripercussioni psicologiche (nella foto una delle tante pose di gruppo in mostra al comando della polizia di Herat 12 anni fa...).

Quando servirà, visto il ben più grave uso improprio dei soldati dell'Esercito per compiti di ordine pubblico, sono sicuro che saranno in grado di assolvere - come sempre - il loro compito.

I definitiva però non tema, la sua non è una polemica sbagliata. Il problema è che, fino ad oggi, si è condotta una guerra in casa "fra poveri".

Andrea Cucco

  

Buonasera direttore, seguo da anni la sua rivista telematica. Per puro diletto, mi piace leggere di temi della difesa e geopolitica. Volevo far rilevare che la rivista francese opex.360 riferisce in un articolo, dell'affondamento "virtuale" di Nave Garibaldi, ad opera di un sottomarino U212 tedesco, nel corso dell'esercitazione NATO Nordic Response (foto).

La nostra portaerei/portaelicotteri dovrà essere posta in disarmo tra pochi mesi, salvo novità dell'ultima ora e tuttavia, da cittadino, spiace che la sua ultima attività addestrativa debba coincidere con un fallimento.
La responsabilità è ovviamente del naviglio di scorta, presumibilmente multinazionale.

Sarebbe interessante una riflessione sullo stato della nostra marina militare (argomento cui la Sua testata si è cimentata, in passato, numerose volte), sulla cronica mancanza di missili antinave, sull'addestramento, specie ora che i rischi di conflitto ad alta intensità, non solo nell'ambito del c.d. mediterraneo allargato, appaiono tutt'altro che ipotetici.

Sandro P.

  

Nessun fallimento. Se un U212 italiano ha "affondato" una trentenne portaerei nucleare USA nell'Oceano Atlantico 16 anni fa (foto), perché un ufficiale tedesco non ha il diritto di riuscire a fare altrettanto con la nostra oramai quarantenne, in un Mare al largo della Norvegia?

Ovviamente la responsabilità dovrebbe essere del naviglio di scorta. Quindi altrui dal momento che non partecipiamo con unità antisom nazionali...

Sul programma di disarmo non voglio pronunciarmi perché, dopo tante opzioni tirate fuori negli ultimi anni (lancia-satelliti, porta droni...), con una guerra in corso potrebbe essere rivisto all'ultimo momento.

Riguardo allo stato della nostra armata, di cui come testimonia abbiamo già scritto (spesso in solitaria e controcorrente!), l'unica novità che possiamo testimoniare è una vera e propria corsa per colmare i gap: dallo scorso anno le aziende della Difesa sembrano sfornare armamenti e sistemi con una certa fretta. Qualcuno deve aver sollecitato l'aumento dei ritmi produttivi... Non sappiamo se e con quale uso (improprio) di peperoncino.

All'addestramento in mare è stato sempre dedicato tempo, seppur senza munizionamento. Sono state effettuate in passato anche missioni antisom (quando il sonar non funzionava) o di confronto navale (senza missili a bordo). Insomma se siamo pronti alle peggiori evenienze e condizioni, figuriamoci alle migliori!

Andrea Cucco

Foto: Marina Militare / Difesa Online