Caro direttore, ho scelto di scriverti in forma di lettera perché vorrei che la mia riflessione fosse presa come personale e opinabile. Insomma, questo è quello che penso - non la linea di Difesa Online - e magari ho pure torto.
Credo che i lettori di Difesa Online avranno seguito, per quanto possibile, la vicenda del vicepremier austriaco Heinz-Christian Strache, costretto alle dimissioni per aver svelato la sua disponibilità a concedere importanti contratti a un gruppo di potere russo in cambio di finanziamenti al Partito Liberaldemocratico1 e dell’acquisto del tabloid più diffuso in Austria, Kronen Zeitung, da ricollocare su posizioni populiste. Il paradosso della vicenda è che si è trattato in realtà di un vero “trappolone”, con tanto di attrice ad impersonare la bella parente di un oligarca miliardario e le telecamere a registrare il tutto. Questo a Ibiza, nel 2017. Insomma, il video è stato tenuto in naftalina per due anni, nemmeno sfruttato per le ultime elezioni politiche, forse usato per trattative inconfessabili e ora riemerso a confermare che Strache in realtà aveva probabilmente rapporti inesistenti con Mosca, tanto da farsi infinocchiare da una bionda con accento slavo.
Ora, Vienna non è membro della NATO: è uno dei quattro principali Paesi neutrali d’Europa, insieme a Svizzera, Svezia e Finlandia. Non è nemmeno un target di Mosca per ragioni geostrategiche: un po’ perché la sua neutralità ha permesso negli ultimi settant’anni di farne una piazza privilegiata per le mediazioni e i negoziati, un po’ perché da decenni funziona un po’ come cassaforte per il business più o meno legale russo all’interno dell’Unione europea e, last but not least, perché la Repubblica austriaca è incastonata, come la Svizzera, all’interno del territorio della NATO e per “saggiarne” pazienza e reattività con voli spericolati di caccia, come spesso fa con Svezia e Finlandia per invitarle a non aderire all’Alleanza atlantica, Mosca dovrebbe violare i cieli di parecchi Stati membri. Tra l’altro, l’Austria è l’unico Paese occupato che i Russi hanno spontaneamente abbandonato senza esserci costretti, nel 1955, caso rarissimo nella Storia geopolitica russa.
Ecco, da questo appare evidente come il caso Strache presenti delle incongruenze e delle contraddizioni evidentissime ma che, in definitiva, si spieghi non con complicati ragionamenti di menti raffinatissime, come avrebbe detto il compianto Giovanni Falcone, ma come un cocktail di spregiudicatezza, ambizione e stupidità.
Insomma, Strache non ha venduto il proprio Paese al nemico: lo avrebbe voluto fare, ma il “nemico” non l’ha nemmeno contattato sul serio. Il sospetto è che il “pacco” gli sia stato tirato da un Paese NATO che sospettava della fedeltà di questo genio alla causa dell’Occidente… E il pesce ingordo ha abboccato all’amo.
Ora, diciamola tutta: dei nostri leader non sospetta nessuno al di qua e al di là dell’Atlantico e, quindi, non serve mandare una bella figliola (o magari un ragazzone palestrato, a seconda dei gusti) per accorgersi che, al di là delle parole su fedeltà e allineamento, sono soprattutto visibili i fatti: accordi strategici col nemico mortale vero (la Cina, si badi bene, non la Russia), neutralizzazione dell’azione italiana in Venezuela per non pestare i piedi agli interessi di Mosca, plateale innamoramento per il Qatar nonostante sia riconosciuto come principale sponsor dell’organizzazione terroristica denominata Fratellanza musulmana, allontanamento dalla pozione occidentale in Libia (senza peraltro sostenere nemmeno Sarraj, armato da Turchi e Qatariani) e minacce di bloccare il funzionamento dell’Unione europea col veto. Insomma, non facciamo nemmeno mistero di essere come dei separati in casa in ambito euro-atlantico e dal punto di vista internazionale di fatto isolati. La politica dei selfie e delle foto per i social media non è servita a molto: ormai, nemmeno il premier Conte ride più incontrando gli “alleati” e gli “amici”. Ci manca solo che Fico e compagni ci facciano rompere i contratti miliardari con l’Egitto per una fornitura strategica di gas per fare la frittata completa.
Caro Andrea, in conclusione, non ti dico che Strache sia un traditore: sembra piuttosto uno a cui la moglie ha scoperto il biglietto di una escort in tasca e che nemmeno si era accorto di aver trattato con un travestito. Per avere un traditore, in famiglia come in politica, ci vogliono gli intrallazzi con un’altra o con più parti che non sono tua moglie. Perché senza saperlo siamo sposati con una donna esigente (l’Occidente euro-atlantico, appunto) che per ora ci guarda con accondiscendenza perché non c’è una crisi nell’aria. Ma se ci sarà una sfida seria saremo chiamati a dare risposte serie. Andrebbe spiegato ad alcuni uomini di governo.
Sperando di non averti tediato troppo e contando sulla tua pazienza se ho preso delle cantonate, ti saluto.
David
1 Su posizioni populiste in Austria, al di là del nome
Foto: presidenza del consiglio dei ministri