Egregio Direttore, scrivo queste mie poche righe su un tema che, con l'arrivo delle vacanze, ritorna di attualità. Mi riferisco agli incidenti in alta quota (sia in estate che in inverno) e ai compiti di Soccorso Alpino suddivisi tra le varie forze di polizia/militari e condivisi con il CNSAS (di cui qui non intendo occuparmi).
II Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (S.A.G.F.) viene istituito formalmente il 3 marzo 1965; tuttavia, di fatto, le sue origini risalgono a quasi un secolo prima, con l'istituzione del Corpo delle Guardie Doganali: tale Corpo aveva, infatti, il compito di vigilanza doganale e delle frontiere in una realtà in cui le frontiere terrestri erano (sono) in gran parte rappresentate dalla catena montuosa delle alpi.
In seguito, quella che poi divenne l'attuale Guardia di Finanza fu oggetto di diverse riforme che ne hanno modificato compiti ed organizzazione.
Da ultimo è intervenuto il D.Lgs. n. 177/2016 con cui il legislatore, dopo aver preso atto che con l'integrazione europea erano di fatto venuti meno i confini interni, ha giustamente ritenuto di potenziare la presenza della Guardia di Finanza nei restanti confini esterni - ossia, sostanzialmente, i confini marittimi - attribuendo in via esclusiva a quest'ultima compiti di ordine e sicurezza pubblica in mare, in aggiunta alle consolidate attività di polizia economico finanziaria (salve naturalmente le attribuzioni assegnate alla Guardia Costiera).
Con il predetto decreto i legislatore ha altresì provveduto a far confluire il Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri fatte salve, per quanto qui di interesse, le funzioni relative al soccorso in montagna; queste ultime sono state, infatti, attribuite alla Guardia di Finanza, con l'accorpamento del Servizio Alpino Forestale (SAF) nel citato S.A.G.F.
Se in tale scelta può ravvisarsi una logica economica, ritengo che la stessa appaia tuttavia incoerente con la riorganizzazione delle forze di polizia all'interno del territorio nazionale, che privilegia l'impiego della Polizia di Stato nei comuni capoluogo e dei Carabinieri nel restante territorio.
Ora, se si considera la scarsità di comuni capoluogo nei territori di montagna e si aggiunge che all'Arma sono stati, altresì, attribuiti compiti in materia forestale e ambientale, si può ben comprendere l'incoerenza della scelta del legislatore di andare a potenziare un (per quanto rinomato) reparto di soccorso alpino all'interno di un corpo di polizia economico finanziaria. Al contrario sarebbe stato, a mio avviso, più coerente se il legislatore avesse demandato all'Arma dei Carabinieri, il compito di unica "Polizia della Montagna" (così come è stato demandato alla Guardia di Finanza il compito di unica "Polizia del Mare") trasferendole personale, mezzi e infrastrutture appartenenti alle altre forze di polizia e attribuendole in via preliminare o esclusiva i seguenti compiti:
- di soccorso in montagna, in collaborazione con il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico;
- di protezione civile, in collaborazione con il Servizio Nazionale di Protezione Civile;
- di tutela ambientale e forestale;
- di pubblica sicurezza e di Polizia Giudiziaria;
- militari, salve le attribuzioni assegnate al Comando Truppe Alpine.
Con l'auspicio che questa mia possa contribuire all'apertura di un dibattito sul tema, Le porgo
Cordiali saluti
Paolo Todeschini
Egregi, ho letto con sincero sgomento la lettera di Mr. Paolo Todeschini circa il Soccorso Alpino. Io sono stato presente nelle statistiche come "soccorritore occasionale" leggi, alpinista di buona volonta' in giro per gli affari suoi, che vedendo altri alpinisti in difficolta' appoggia, o inizia, le operazioni di soccorso in attesa dei soccorritori regolari che, va anche ricordato, in molti casi sono civili. Ed è questo il punto, ci sono cose che non si possono fare concorsi ovvero addestrarsi che prima non lo sai fare ma dopo si: raccogliere pezzi di altri alpinisti, o dover andare a fare manovre di corda che in un momento di sanita' mentale ti rifiuteresti ma siccome c'è un'altro che ci sta lasciando le strasse alla fine lo fai NON sono cose che impari, o lo sai fare oppure no. Poi, se lo sai fare, scatta l'addestramento regolare per perfezionare la dote INNATA.
Il soccorso alpino è soccorso di persone in condizioni estreme, in Italia funziona bene grazie al sacrificio di molti volontari civili e di molti militari che si offrono volontari per questo... mettersi a fare 'sti giochetti burocratici delle competenze, della "polizia di montagna" e di altre assolute INUTILITA' lasciamolo perdere - che ne dite?
Le tradizioni in montagna sono tutto, se c'e' una tradizione in un certo corpo, in questo caso la Finanza, la si lasci stare.
I carabinieri hanno un importante e fondamentale ruolo di presidio del territorio ed è quello da rinforzare! Esempio, io ho una caserma degli stessi in cima alla mia via... un giorno all'incrocio alla base della via grosso incidente con feriti (fortunatamente tutti poi a posto) non sono venuti i carabinieri dalla caserma del mio paese ma da quello più a valle (!) che ho scoperto che manca personale (!!) e le caserme non sono sempre con militari dentro (!!!) ...ecco, lavoriamo su quello - assumiamo di più per il controllo territorio!
Distinti Saluti,
Claudio De Diana
Egregio Direttore, vorrei replicare alla risposta del Sig. Claudio De Diana, alla mia lettera intitolata "L'Arma dei Carabinieri quale unica polizia della montagna?", che con l'occasione ringrazio per contributo al dibattito.
Ritengo preliminarmente opportuno fare alcune precisazioni: la proposta da me avanzata non intende certo mettere in discussione il fondamentale contributo dei numerosi volontari che collaborano all'attività di soccorso in montagna.
Essa vuole, invece, inserirsi nel più ampio dibattito riguardante la suddivisione dei comparti di specialità tra le diverse forze di polizia e l'articolazione territoriale delle stesse.
Tale proposta parte dalla constatazione che l'Arma dei Carabinieri costituisce già la forza di polizia prevalente presente nelle zone di montagna.
Tale presenza è aumentata - ed è probabilmente destinata ad aumentare ulteriormente - a seguito dell'entrata n vigore del D.Lgs 177/2016, che prevede inter alia:
- una razionalizzazione delle forze di polizia sul territorio, privilegiando l'impiego della Polizia di Stato nei comuni capoluogo e dell'Arma dei Carabinieri nel restante territorio;
- l'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato (Corpo particolarmente presente nelle aree di montagna) nell'Arma dei Carabinieri.
Il Sig. De Diana afferma che le tradizioni in montagna sono importanti, pertanto se la specialità del Soccorso Alpino appartiene tradizionalmente alla Guardia di Finanza, è giusto essa che permanga presso tale Corpo.
Mi preme evidenziare che il Soccorso Alpino non è una specialità che appartiene tradizionalmente alla sola Guardia di Finanza, bensì anche ai Carabinieri; ciò proprio i conseguenza della particolare articolazione territoriale dell'Arma dei Carabinieri.
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Come si può evincere dalla resoconto storico presente sul sito istituzionale dei Carabinieri, i "Carabinieri della montagna" nacquero con l'Arma stessa, come i tradizionali reparti "a cavallo" e le unità "a piedi".
Infatti, quando nel lontano 1814 - nel quadro della ricostruzione dell'Armata Sarda - venne istituito il Corpo dei Carabinieri, il territorio del piccolo Stato sabaudo era costituito per il 70% della sua estensione da zone montane: comprendeva infatti, oltre al settore occidentale, anche la Savoia. Si impose quindi sin d'allora la necessità di assegnare alle centinaia di Stazioni dislocate sulle Alpi - primi avamposti a difesa dello Stato ed a protezione di quelle popolazioni - dei carabinieri in grado di agire nello specifico ambiente e capaci di sopportare i rigori del clima, nonché le fatiche delle lunghe perlustrazioni in terreni aspri e difficili.
A tale scopo, i militari, che dopo il periodo di addestramento dovevano essere destinati alle "Stazioni di montagna" venivano prescelti tra quelli nativi delle zone alpestri.
Le tappe che condussero all'unità d'Italia videro moltiplicarsi, con l'ampliamento del territorio nazionale, il numero dei "carabinieri della montagna" che furono così assegnati alle zone alpine e appenniniche a mano a mano acquisite al territorio dello Stato.
Il problema relativo ad una organica specializzazione nel settore fu risolto nel 1922, allorché il Comando Generale dell'Arma, allo scopo di adeguare la linea ordinativa ed operativa alle aumentate molteplici esigenze istituzionali, in funzione anche dei mezzi posti a disposizione dalla tecnica, istituì i quadri degli sciatori comprendente i carabinieri che erano stati particolarmente e specificamente addestrati.
Nel secondo dopoguerra, in seguito al notevole incremento dei turismo anche nelle zone montane, si accentuarono gli impegni operativi dei Carabinieri delle Stazioni alpine e appenniniche nelle operazioni di soccorso e di salvataggio.
In tale quadro, allo scopo di assicurare ai reparti operativi un contingente di sciatori e di rocciatori con cadenza annuale, venne costituita a Monte Bondone (Trento) una Scuola Alpina dell'Arma. Nel 1968 essa fu trasformata in "Centro Carabinieri Addestramento Alpino" con sede a Selva Val Gardena (Bolzano). A decorrere da quest'anno il predetto Centro ha una propria sede distaccata in Auronzo di Cadore (BL) presso quella che prima era la Scuola Nazionale S.A.F. del Corpo Forestale dello Stato.
Dai predetto Centro di Addestramento nascono tutti i "carabinieri della montagna" cioè gli sciatori, i rocciatori, gli addetti al soccorso alpino e le squadre antivalanga.
A riprova delle capacità degli elementi che escono da tale Centro di Addestramento, vale ricordare che quattro dei cinque appartenenti all'Arma che hanno partecipato alla storica "Spedizione Italiana Everest 1973" avevano frequentato a suo tempo il "corso rocciatori" dallo stesso organizzato.
Da ultimo appare opportuno evidenziare che, a seguito dell'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri, il Servizio METEOMONT - ossia il servizio nazionale di previsione neve e valanghe - viene ora garantito dai Carabinieri in collaborazione con il Comando Truppe Alpine e il Servizio Metereologico dell'Areonautica Militare.
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In conclusione ritengo auspicabile che:
- il presidio dei territori di montagna (adeguatamente potenziato) venga affidato in via esclusiva all'Arma dei Carabinieri, ad eccezione dei capoluoghi di provincia in cui potrà essere altresì presente la Polizia di Stato, in conformità a quanto previsto all'art. 3 del D.Lgs. 177/2016;
- in seno all'Arma dei Carabinieri venga istituita un'unità specializzata, nella quale vengano fatti confluire i "Carabinieri della montagna" (compresi i Carabinieri Forestali che garantiscono il Servizio Meteomont) nonchè il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (S.A.G.F.).
Cordiali saluti
Paolo Todeschini
(foto: Arma dei Carabinieri)