Comprendo il profilo basso del Governo, per dirimere l’annosa vicenda. Ma il silenzio è diventato imbarazzante.
Partiamo per ordine. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono due sottufficiali della marina militare impiegati nei nuclei militari di protezione. Tali nuclei sono previsti dalla legge n. 130 del 2011 per proteggere, dal fenomeno della pirateria, il naviglio mercantile e passeggeri, battente bandiera nazionale. Una convenzione tra CONFITARMA e Ministero della difesa, ne sancisce l’impiego e le modalità di pagamento del servizio. In sostanza la compagnia di navigazione garantisce ai nuclei militari l’alloggio, i pasti e versa per ognuno di loro 500 euro al giorno direttamente al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Questo breve preambolo per sottolineare che Massimiliano e Salvatore non erano lì in vacanza e poi rapiti. Di solito lo Stato nei casi di rapimento, anche se sempre smentito, ha versato ingenti somme di denaro ai sequestratori per salvare la vita ai nostri connazionali. Ha fatto benissimo, la vita umana non ha prezzo e non deve essere oggetto di mediazione.
Salvatore e Massimiliano erano lì in missione. Erano la “longa manus” dello Stato in acque internazionali per tutelare gli interessi, nazionali, appunto.
Per una serie di “vicissitudini, errori, orrori”, loro, anzi lo Stato italiano è stato sistematicamente sbeffeggiato dalle autorità indiane. Forse perchè Sonia Gandhi, di origine italiana? La più grave è stata l’accusa di terrorismo nei confronti dei nostri due militari. Li volevano processare secondo la legge antipirateria - Sua Act - seppur senza tener conto della parte che prevede la pena di morte. Quanto chiesto dalla procura indiana "assimilava" il caso dei due fucilieri italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani "a un atto di terrorismo". Cioè l’Italia era un Paese terrorista!!!
Dopo questa offesa e dopo estenuanti rinvii, di cui ho perso il conto, finalmente l’Italia ha chiesto l’istituto dell’arbitrato internazionale. Il Tribunale internazionale del diritto del Mare ha riconosciuto ad agosto scorso che il caso non dovesse più essere della giurisdizione indiana. Ora si dovrà esprimere, a giorni, il Tribunale internazionale arbitrale dell’Aja.
Il 6 agosto 2015 La Corte Suprema indiana sospende tutti i procedimenti giudiziari contro i marò, fissando una nuova udienza sul caso per il 13 gennaio 2016, due giorni prima della scadenza della proroga del permesso concesso a Massimiliano Latorre di curarsi in Italia.
Della vicenda è di rigore la domanda: perché si è giunti solo ora all’arbitrato internazionale, più volte chiesto a gran voce dall’ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi?
Si sono succeduti tre governi e altrettanti ministri e nulla è cambiato. Gli interessi economici hanno più un significato quando viene calpestato l’onore e la credibilità di un Paese?
Anche sul fronte degli scambi commerciali tra i due Paesi, tanto venerati, abbiamo ricevuto, in contropartita, sonori sbeffeggi e situazioni di imbarazzo internazionale. Una per tutte la commessa dei 12 elicotteri dell’Agustawestland per l’Indian Air Force. All’epoca il Governo Monti, a quanto si legge sulla carta stampata, era molto sensibile all’argomento.
A cosa è servito mortificare due fucilieri di marina e il popolo italiano? Non dimentichiamo che il Governo indiano, nel momento più alto della crisi, vietò all’ambasciatore italiano Daniele Mancini di lasciare il Paese, infrangendo ogni regola internazionale sulle immunità diplomatiche. Ah, è vero! Il denaro può tutto. L’India è la terza economia mondiale dei Paesi emergenti e l’Italia è il quarto partner commerciale europeo dopo Germania, Regno Unito e Belgio. I circa 20 miliardi di euro di scambi commerciali, in gioco, basterebbero a giustificare il “sacrificio”.
Cari Massimiliano e Salvatore, presto, così come dicono tutti ormai, la vicenda troverà la sua naturale evoluzione, in voi invece rimarrà il segno per tutta la vita e dispiace che se sarete ricordati, semmai lo sarete, solo per la controversia con l’India e non per le pene che avete passato, per essere stati in servizio nel giorno sbagliato e nel luogo sbagliato.
Femaz
(nella foto il presidente Sergio Mattarella in collegamento telefonico con Salvatore Girone - fonte presidenza della repubblica)