America Latina, crocevia dell’intelligence russa

(di Renato Caputo)
02/10/23

Negli ultimi 18 mesi sospette spie russe sono state scoperte in tutta Europa, dai Paesi Bassi alla Norvegia, dalla Svezia alla Slovenia. Molti di loro hanno un elemento che li accomuna. Analizzando le identità di copertura degli arresti è emerso che l’America Latina resta, come durante la Guerra Fredda, un trampolino di lancio per le spie russe che vengono poi mandate a svolgere la loro attività negli Stati Uniti e in Europa.

Consideriamo Victor Muller Ferreira, un “brasiliano” arrivato all’Aia nell’aprile 2022 per intraprendere uno stage presso la Corte penale internazionale, salvo essere scoperto dal controspionaggio olandese con la collaborazione di quello statunitense. La sua vera identità si è scoperta essere un’altra: Sergey Vladimirovich Cherkasov, un agente dell'intelligence che lavorava per il GRU - il servizio di intelligence militare russo - sotto falsa identità, anziché sotto la copertura diplomatica.

Gli agenti “illegali” sono operatori a lungo termine e sotto copertura. Non spiando sotto la protezione di posti di lavoro nelle ambasciate e passaporti diplomatici, assumono altre identità e cercano di confondersi tra la popolazione dei Paesi dove si trasferiscono. Se catturati, potrebbero affrontare pene detentive a lungo termine.

Ma quello di Cherkasov non è un caso isolato. Josè Assis Giammaria è stato arrestato dai funzionari di sicurezza norvegesi con l'accusa di essere una spia al servizio di Mosca. Diceva di essere un ricercatore brasiliano all'università di Tromso, dove si occupava di questioni artiche. I colleghi non riescono ancora a riprendersi dopo lo shock. "Non ce lo aspettavamo e stiamo ancora cercando di elaborare quello che è successo", dice un professore associato dell'università. Il rettore lo ha descritto come un ricercatore impegnato e socievole. La sua vera identità è quella di Mikhail Valerievich Mikushin, anche lui ufficiale del GRU.

A dicembre, in Slovenia, vennero arrestati Maria Mayer e Ludwig Gish che si erano stabiliti nella capitale slovena, Lubiana, nel 2017 con due figli piccoli. Dopo sei anni, sono stati arrestati perché è stato scoperto che spiavano per conto della Russia. Si spacciavano per una coppia “argentina”, ma in realtà erano membri della SVR, l'agenzia di spionaggio estera russa.

Anche Gerhard Daniel Campos Wittich è un agente del GRU che si spacciava, nella cerchia dei suoi conoscenti, come un esperto della "stampa 3D". La sua vera identità è stata smascherata quando anche sua moglie Irina Alexandrova Smireva (questo il vero nome di Maria Tsalla) è stata smascherata. La falsa identità della moglie era stata presa da una bambina morta nel 1991. Questa tecnica è utilizzata frequentemente dai servizi di intelligence russi.

Ma cosa si potrebbe celare dietro ad un’attività apparentemente innocua come la stampa 3D? Le ipotesi sono due. La spiegazione più innocua è che si tratti di una comoda storia di copertura. Compri alcune stampanti, parli con entusiasmo della stampa 3D e nessuno ti farà mai domande. Altra ipotesi, più inquietante, è che la stampa 3D potrebbe essere usata per spiare. Potrebbe aver usato questo espediente per avvicinarsi ad elementi di spicco dell'esercito brasiliano.

Per capire quanto ciò potrebbe essere plausibile, basti pensare ad un altro caso di spionaggio del passato. Nel 1945, i russi regalarono una copia in legno del Grande Sigillo degli Stati Uniti all'ambasciatore americano a Mosca. Apparentemente scolpito dagli scolari, l'ambasciatore lo collocò nel proprio ufficio. L'antenna unipolare passiva all'interno non fu trovata per sei anni e venne scoperta solo per caso.

Mosca, anche in epoca sovietica, ha a lungo considerato le Americhe come un buon posto per costruire la falsa identità di questi agenti sotto copertura. 

Konon Trofimovich Molody, solo per citare un esempio, ha avuto una carriera di spionaggio di successo in Gran Bretagna come Gordon Arnold Lonsdale, apparentemente un uomo d'affari canadese, dal 1953 al 1961.

"Per molti anni, il Canada è stato il posto dove andare per ottenere un passaporto", dice Kevin Riehle della Brunel University di Londra, che ha trascorso gran parte della sua carriera come analista del controspionaggio presso l'FBI. I passaporti del Paese non solo erano semplici da acquisire, ma consentivano anche di viaggiare facilmente negli Stati Uniti e in Europa. “Anche in Canada mancava una tenuta dei registri centralizzata - spiega Stephanie Carvin della Carleton University di Ottawa - il che rendeva facile assumere l'identità dei bambini canadesi morti”.

Successivamente il Canada ha rafforzato la sicurezza dei propri passaporti, rendendo più difficile ottenere identità false e spingendo la Russia a guardare a sud, afferma Riehle. Questo è probabilmente il motivo per cui "stiamo vedendo così tanti latinoamericani (illegali) adesso". Anche i livelli più elevati di corruzione dell’America Latina fanno parte dell’attrattiva. Cherkasov si è vantato di aver corrotto un brasiliano, ritenuto un funzionario locale, con una collana da 400 dollari per acquisire la cittadinanza, un certificato di nascita e una patente di guida, il tutto senza fornire alcun documento di identificazione.

L'America Latina è attraente anche per le spie che fanno base presso un'ambasciata russa. Questo perché la regione è piena di statunitensi delle cui attività i russi vogliono essere informati. "C'è un ricco bacino di target", dice Duine Norman, che era il capo delle operazioni della CIA per l'America Latina. Il generale Glen David VanHerck, capo del Comando Nord americano, ha osservato lo scorso anno che il Messico ha più membri del GRU di qualsiasi altro Paese straniero.

È anche possibile che gli agenti dell’intelligence russa operino in America Latina, perché lì i controlli sono meno stringenti che in Europa o negli Stati Uniti. Dieci o vent’anni fa, afferma Norman, ciò era in gran parte dovuto al fatto che i servizi di intelligence locali, con alcune eccezioni, erano poco dotati e poco sofisticati. Ora, la tecnologia li ha resi maggiormente capaci. Anche i servizi più piccoli e poveri, afferma Norman, possono utilizzare strumenti economici o disponibili al pubblico per condurre "operazioni di controspionaggio piuttosto sofisticate". Tuttavia, potrebbero non usarli per sradicare le spie russe. La spiegazione è che molti servizi dell’America Latina hanno un atteggiamento di benigna negligenza nei confronti dei russi.

La polizia brasiliana, ad esempio, alla fine ha indagato sulle attività di Cherkasov e ha collaborato con gli Stati Uniti, consegnando la sua attrezzatura elettronica. Ma il governo ha rifiutato la richiesta americana di estradare il russo e ha ridotto la sua pena da 15 a cinque anni.

I servizi di intelligence dell’Argentina e del Brasile sono politicizzati, con alti funzionari dell’intelligence spesso sostituiti quando si insediano nuovi governi.

Per ragioni sia pratiche che ideologiche nessuno dei due Paesi vuole iniziare una disputa con la Russia. Il Brasile, ad esempio, riceve circa un quinto dei suoi fertilizzanti dalla Russia. L'Argentina ne ottiene un decimo.

Il problema potrebbe presto peggiorare. L’anno scorso più di 600 sospetti agenti dell’intelligence russa sono stati espulsi dalle ambasciate in Europa. Molti si stanno già presentando in tutta l’America Latina.

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