La “sostenibilità logistica”

05/09/22

Prendo lo spunto dal recente articolo del generale di divisione Cutropia, intitolato “Riflessioni sulla "formula tattica" (mezzi corazzati vs blindati)1, pubblicato il 19 agosto 2022, per fornire un contributo di pensiero al riguardo.

Ho potuto osservare che l’autore, nel suo articolo, ha fatto un riferimento al tradizionale confronto “scudo vs lancia” e alla più recente “formula tattica”, quando scrive: “i mezzi da combattimento sono concepiti ricercando possibilmente un perfetto bilanciamento dei parametri della cosiddetta “formula tattica”. In diversi punti dello scritto, si è riferito anche alla “sostenibilità logistica”. E ciò non lo potevo dare per scontato, anzi.

Egli infatti scrive, a più riprese che:

- “rimane sempre aperto il tema del supporto logistico”;

- “le unità corazzate hanno da sempre associato al carro armato un veicolo da combattimento su cingolo …per agevolare le “attività logistiche”;

- “Le truppe corazzate e quelle blindate (componenti pesanti delle unità di manovra) devono poter disporre di assetti logistici adeguati”.

Sembrerebbe rimanere ben poco da dire, vista l’ampiezza di quanto affermato a proposito di tali sistemi d’arma. Esiste invece qualche ulteriore spazio di indagine su tale argomento, che intendo sfruttare per individuare alcuni esempi di collegamento o correlazione con la “sostenibilità logistica”.

“Sostenibilità logistica” che viene normalmente affrontata a valle dell’applicazione della “formula tattica” stessa, nell’ambito dell’esame condotto con l’approccio “Doctrine, Organizations, Training, Materiel, Leader Development and Education, Personnel, Facilities, and Policy (DOTMLPF-P)”.

Spazio di indagine che affrontiamo ora trattando la “sostenibilità logistica”, attraverso i parametri della “formula tattica”.

“Potenza di fuoco”

La “potenza di fuoco” di un mezzo da combattimento, di un carro armato in particolare, è un parametro che, al di là delle apparenze, ha alcuni peculiari risvolti di “sostenibilità logistica”.

I limiti di conservazione delle munizioni (temperatura, umidità, pressione, ecc.) e la cadenza della loro manutenzione o delle visite chimiche nei depositi oltre che, in parte, la capacità di “stivaggio” delle stesse nella “riservetta munizioni” o “Santa Barbara” a bordo del mezzo da combattimento sono tra questi.

Anche il tasso di logoramento della bocca da fuoco ha implicazioni logistiche, in quanto influenza non solo la periodicità della manutenzione (a parte di quella prima e dopo il tiro) ma anche quante tenerne a scorta per effettuare le sostituzioni, per esempio.

E hanno implicazioni di “sostenibilità logistica” le modalità di rifornimento dei colpi ai mezzi stessi, i controlli da effettuare, la cadenza della manutenzione alla componente “artiglieria” (bocca da fuoco, optoelettronica, programmi dei calcolatori, ecc.) nella parte “torretta” del mezzo da combattimento (in analogia a quelle “trasmissioni” o “motorizzazione”) e la scelta del livello di specializzazione degli interventi di manutenzione più complessi.

Interventi questi da “scalare” in ordine crescente di specializzazione ai vari livelli ordinativi delle unità (equipaggio, compagnia/squadrone, battaglione/gruppo squadroni, reggimento, brigata) per arrivare fino agli organi logistici del sostegno o all’industria.

Tornerò sull’aspetto della manutenzione nel prosieguo dello scritto, a proposito del secondo parametro “protezione” e del terzo parametro “mobilità”.

“Protezione”

Anche il secondo parametro della “formula tattica”, quello della “protezione”, ha delle intrinseche attinenze alla “sostenibilità logistica”. Attinenze per certi versi interessanti.

L’incremento della potenza del motore, per compensare l’aumento del peso del mezzo, ne fa aumentare di conseguenza i consumi di carburante/lubrificante, ravvicinando tra l’altro la frequenza dei rabbocchi.

Da ciò potrebbe anche discendere l’esigenza di ulteriori adeguamenti, laddove risultassero necessari: maggiorazione dei serbatoi del mezzo (con un altro aumento di peso dovuto soprattutto al carburante, da compensare) o l’aggiunta di un conduttore e un’autocisterna all’organico dell’unità.

Gli effetti negativi della “esplosione” delle protezioni reattive (“mattonelle”), i cui frammenti potrebbero colpire i fanti appiedati che accompagnano il carro armato, possono essere attenuati o eliminati, come è stato descritto nell’articolo. Ma, nel caso un mezzo da combattimento venga colpito e le protezioni (di qualsiasi tipo) entrino in funzione esplodendo o modificandosi nella forma, attenuando così gli effetti del colpo ricevuto, rimane il problema del quando e come ripararle o sostituirle.

Insomma, si dovrà decidere quando e con quali tempi e modalità tali protezioni debbano essere ripristinate per rimettere in stato di efficienza il mezzo da combattimento. E ciò implica un intervento di manutenzione, prima o poi, da far effettuare ai vari livelli ordinativi delle citate unità di manovra. A meno che non si voglia abbandonare il carro colpito o lasciarlo nelle mani del nemico.

Anche a seguito “dell’inserimento nella piattaforma di sistemi di rilevazione ed interdizione della minaccia controcarri e aerea”, sempre più necessari per fronteggiare il rapido diffondersi di munizioni anticarro via via più evolute, servirà un attento studio della manutenzione degli stessi sistemi, scegliendo a che livello farla, con che cadenza e in quanto tempo. “Sistemi di rilevazione e interdizione” che, peraltro, “rincorrendo” la minaccia, si potrebbero aggiungere in forme sempre più sofisticate ed energivore a quelli esistenti per il tiro e il movimento. Ciò, assorbendo, quali utilizzatori, sempre più energia dal gruppo motopropulsore, con tutto ciò che ne consegue. Soprattutto nel caso dei carri armati, che rappresentano per il nemico gli obiettivi più paganti.

“Mobilità”

I complessivi e sottocomplessivi (o assiemi/sottoassiemi) della componente “motorizzazione”, analogamente a quelli della componente “artiglieria” o “trasmissioni”2, vanno studiati anche in relazione al tipo di interventi di manutenzione che si intende far effettuare ai vari livelli ordinativi delle unità e poi del sostegno o dell’industria.

Intendo qui riferirmi alla riparazione/sostituzione, a titolo di esempio, dei “pattini” in gomma, dei cingoli, del gruppo motopropulsore o dei serbatoi di sicurezza del carburante, per arrivare ad attività che richiedono molta più specializzazione. Attività, queste ultime, che possono riguardare le grandi manutenzioni, le revisioni generali (fondamentali per ripristinare completamente l’affidabilità del sistema d’arma) o gli ammodernamenti.

Sempre in tema di “mobilità” andrebbero studiati i provvedimenti utili a “preservare” l'efficienza degli equipaggi. Mi riferisco, per esempio, ai mezzi da trasporto dei carri armati stessi per farli giungere il più avanti possibile, considerando la situazione tattica, evitando così di “stancare” il personale e “logorare” i mezzi stessi in onerosi trasferimenti.

Per non parlare dei recuperi e sgomberi del materiale, compresi gli stessi mezzi cingolati inefficienti sul campo di battaglia, con mezzi idonei, da sviluppare o acquisire.

Andrebbero anche soppesati i rischi connessi alla tendenza alla diminuzione del numero di militari degli equipaggi. Tendenza che potrebbe portare a impedire o limitare le eventuali “rotazioni” dei membri negli incarichi a bordo, oppure per l’effettuazione della manutenzione. Attività di manutenzione (compresa la riparazione) che risulta fondamentale per mantenere in stato di piena efficienza, per esempio, il carro armato nei periodi di stasi sul campo di battaglia. Oltre che, ovviamente, in tempo di pace, prima e dopo l’addestramento o lo svolgimento delle esercitazioni a fuoco nei poligoni o l’utilizzo nelle operazioni.

Ci sarebbero moltissime altre cose che potrebbero essere poste in risalto, dal punto di vista della “sostenibilità logistica” ma, ai fini della presente breve disamina, ritengo che quanto accennato possa bastare.

Conclusione

Per quanto precede, devo in primo luogo concordare appieno col collega ed estensore dell’articolo, da cui ho preso spunto, quando afferma che l’evoluzione dei mezzi da combattimento debba avvenire a monte secondo il tradizionale confronto “scudo vs lancia” e che le esigenze, in termini logistici, siano molteplici.

In secondo luogo, con gli esempi fatti in tema di “sostenibilità logistica”, ritengo di aver fatto almeno intravedere alcune delle tante problematiche logistiche che possono/dovrebbero essere affrontate, a valle della “formula tattica”, durante l’esame condotto utilizzando il citato approccio DOTMLPF-P.

In terzo luogo, spero di essere riuscito a comunicare che le stesse diverse problematiche logistiche riguardano non solo il mantenimento in stato di efficienza dei mezzi da combattimento (manutenzione, rifornimenti, recuperi e sgomberi) ma anche il preservare l’operatività dei militari degli equipaggi che impiegano tali sistemi d’arma sul terreno.

In sostanza, dopo l’avvenuta armonizzazione della “formula tattica” dei mezzi da combattimento si apre sempre il problema della loro “sostenibilità logistica”.

In altre parole, la “sostenibilità logistica” rappresenta la “necessità” della “formula tattica” per il perfezionamento del mezzo da combattimento!

Salvatore Loria

Il maggiore generale dell’Esercito Italiano Salvatore Loria proviene dai corsi dell’Accademia militare di Modena e della Scuola di applicazione e ha frequentato la Scuola di guerra e il Corso superiore di stato maggiore.

Ha comandato le unità a livello plotone, compagnia, battaglione (inquadrato nella Brigata) e poi reggimento. Da generale ha anche diretto il centro per la formazione logistica interforze e il polo di mantenimento pesante sud della difesa. Inoltre, ha svolto diversificati incarichi di stato maggiore presso le unità operative o gli organi centrali in Italia, tra cui quelli attinenti ai mezzi da combattimento o del genio, e presso il comando della forza mobile di intervento rapido in Germania nel campo dottrinale e della standardizzazione.

Ha partecipato come comandante di unità alle operazioni in Kosovo e Libano e ha fatto parte degli staff di comandi nazionali o multinazionali in Mozambico e Bosnia.

È insignito dell’onorificenza di ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana.

1 Nell’articolo l’abbreviazione “vs” sta per il termine latino “versus”. Indica, sull’esempio dell’inglese, la contrapposizione tra due enti. Nello specifico tra corazzati e blindati.

2 Cui aggiungere i materiali di “commissariato” (vestiario degli equipaggi/razioni da combattimento) o “sanità” (cassetta/pacchetti di medicazione).

Foto: U.S. DoD / U.S. Army / Esercito Italiano