Impatto della guerra in Ucraina e tensioni in Kosovo: il soft power russo

(di Antonino Lombardi)
16/01/23

Mentre l'attenzione internazionale è stata rivolta alla guerra in Ucraina, le tensioni sono aumentate nei Balcani occidentali tra Serbia e Kosovo con aspre accuse, recriminazioni e scontri.

La NATO ha respinto le richieste della Serbia di inviare truppe in Kosovo a seguito di una serie di scontri. “Loro (KFOR) hanno risposto dicendo che ritengono che non ci sia bisogno del ritorno dell'esercito serbo in Kosovo... citando la risoluzione delle Nazioni Unite che approva il loro mandato in Kosovo"1, ha detto il presidente serbo Aleksandar Vucic.

Nel Paese, intanto, la popolarità russa aumenta e, secondo studi di esperti analisti, è dovuta alla sensazione di essere rifiutati dall'Occidente, dalla frustrazione per l'indipendenza del Kosovo e dall'idea che la Russia identifichi la controparte che si oppone all’Occidente. La Russia è l'unica potenza mondiale che ribadisce regolarmente la sua disponibilità a sostenere la Serbia nel suo rifiuto di riconoscere il Kosovo a livello internazionale. Trattasi di "soft power"? 2

La guerra in Ucraina e le riaccese tensioni con il Kosovo hanno inasprito i sentimenti nazionalistici ed anti-occidentali spostando l’opinione pubblica verso il supporto alla Russia e provocando scetticismo verso il sostegno all’adesione all’UE.

Un sondaggio3 dell’aprile 2022 ha evidenziato che per la prima volta la maggioranza dei serbi è contraria all'adesione del Paese all'Unione Europea. La ragione di ciò è la pressione che la Serbia ha subito dall'UE, in merito all'imposizione di sanzioni contro la Russia. Ha votato a favore di tre risoluzioni delle Nazioni Unite che condannano l'aggressione russa contro l'Ucraina, ma non ha aderito alle sanzioni internazionali contro Mosca.

La Serbia ha presentato domanda di adesione all'UE nel 2009. I negoziati di adesione sono iniziati nel 2014, ma le persistenti tensioni tra Serbia e Kosovo hanno bloccato il processo.

Il presidente Aleksandar Vucic ha affermato che altri nove paesi hanno ritirato il riconoscimento del Kosovo. "Per come stanno le cose nel mondo oggi, ben 106 paesi non riconoscono l'indipendenza del Kosovo, solo 84 la riconoscono inequivocabilmente e tre paesi non sono chiari".

"Ne abbiamo nove che hanno ritirato il loro riconoscimento: Somalia, Burkina Faso, Gabon, Eswatini , Libia, Guinea, Antigua e Barbuda, Santa Lucia e le Maldive"4, ha aggiunto Vucic.

Nel maggio dello scorso anno a seguito della domanda di adesione all’UE da parte del Kosovo, la Serbia ha reso noto che avrebbe iniziato una campagna per il disconoscimento del Kosovo. Ciò a seguito della rottura dell’accordo di Washington del settembre 2020 con il quale la Serbia si era impegnata a fermare la sua campagna per convincere i paesi a non riconoscere più il Kosovo per un anno, mentre il Kosovo ha promesso di smettere di richiedere l'adesione alle organizzazioni internazionali per un anno.

Ecco che i processi penali per crimini di guerra che si svolgono entro i confini nazionali possono apparire come semplici "atti dovuti" per poter aderire all’UE senza un’effettiva utilità per la società. Allo stesso tempo i procedimenti non perfettamente svolti potrebbero apparire come un mezzo per incoraggiare il nazionalismo ed esasperare gli animi nella regione anziché sviluppare i prodromi per una riconciliazione.

Le tensioni a livello mondiale, esacerbatesi dall’invasione russa dell’Ucraina, hanno fatto riemergere in tutto il globo vecchi attriti tra le parti in causa che non temono di tramutare in scontri o peggio ancora guerre, quasi giustificati da ciò che è accaduto tra Russia ed Ucraina.

1www.aljazeera.com

2 Il concetto di soft power, introdotto dallo statunitense Joseph Nye, indica la capacità di uno Stato di esercitare un’influenza usando strumenti immateriali come, ad esempio, la cultura, l’intrattenimento e lo sport. Esso è visto come qualcosa che è guidato più dalla propria capacità spontanea di affermarsi come modello che da politiche governative mirate.

3www.ipsos.com

4www.euronews.com

Foto: Serbian armed forces