Manutenzione alla tedesca. Esempio da imitare?

(di Gianluca Celentano)
03/01/22

Se siamo in cerca di esempi che funzionano nei confronti del parco veicolare militare, commerciale o tattico, potrebbe essere la Bundeswehr a suggerirci una strategia efficace e, a quanto pare, meno impegnativa per le ForzeArmate.

Ricorderete quando proponemmo il concetto di noleggio adottato dalla Bundeswehr, ebbene abbiamo ricontattato l’esercito tedesco per capire come viene gestita la manutenzione del suo autoparco.

Con tempistiche a noi ancora sconosciute, gli amici tedeschi ci hanno risposto nel giro di una settimana facendoci il nome di “HIL”. A gestire l’approvvigionamento dei mezzi in un contesto di flessibilità con costi che non penalizzano l’efficacia della forza armata, è la società BwFuhrparkService che conta diverse decine di centri assistenza che fanno capo a filiali dislocate nel centro Europa. Un sistema rodato e funzionale in grado anche di fornire il personale specializzato.

Ridimensionamento delle officine

Se la BwFuhrparkService provvede alla fornitura dei mezzi, c’è un altra realtà deputata alle riparazioni, alla manutenzione di tutti i veicoli militari, cingolati e gommati dell'esercito tedesco.

La Heeresinstandsetzungslogistik GmbH (HIL) è dal 2013 una società statale tedesca che provvede anche alla manutenzione dei sistemi d'arma e alla riparazione e l’assemblaggio di kit di installazione o conversione sui mezzi in dotazione alla Bundeswehr.

Nei reggimenti tedeschi le officine esistono ancora, ma la mole di lavoro è comprensibilmente ridotta e limitata ai controlli che da noi equivarrebbero a una sorta di MO (Manutenzione Ordinaria) e MS (Manutenzione Specializzata) di primo livello, cioè eseguibile nelle 24 ore di fermo. Il quadro fa comprendere che a sparire nella Bundeswehr non sono state le minute realtà per la piccola manutenzione, bensì quelli che da noi si chiamano reparti di Manovra. Inoltre le riparazioni possono essere eseguite da personale di manutenzione mobile della società o da una struttura di manutenzione dell'esercito tedesco operante nelle strutture HIL. Le squadre mobili di lavoro della HIL sono comunque attrezzate per risolvere capillarmente e da sole le problematiche dei veicoli militari fermi sul campo o provvedere alla sostituzione provvisoria del mezzo fermo.

Heeresinstandsetzungslogistik

Gli obiettivi della HIL sono quelli di gestire qualsiasi tipo di manutenzione di mezzi e materiali, garantire l’efficienza dei sistemi d'arma terrestri della Bundeswehr con un’innovativa pianificazione dei controlli e dei servizi di gestione. Potremmo definire la HIL una specie di CERIMANT - centro di rifornimento e manutenzione – e, appare chiaro, che l’aspetto principale per il quale l’esercito tedesco fa affidamento a una società esterna, risiede nel ridurre i soldati deputati ai servizi, indirizzandoli invece nei compiti operativi addestrativi.

Con sede a Bonn, è strutturata su tre impianti di riparazione e cinque filiali con oltre 50 basi e delegazioni HIL in terra straniera, conta circa duemila dipendenti nelle varie sedi.

Da noi funzionerebbe?

Escludendo il concetto di noleggio dei mezzi militari, in realtà il parallelo che si può fare con l’Italia non è troppo differente dalla soluzione tedesca che concentra in un’unica società – e un solo consiglio d’amministrazione - la manutenzione. La stipula di contratti d’acquisizione per i mezzi ruotati, cingolati e degli aeromobili destinati alle Forze armate italiane, prevede già una filiera di assistenza post vendita. Semmai il sentore è che ci sia una resistenza non confessata verso le riparazioni da affidare all’esterno delle caserme.

L’Italia rispetto alla Germania appare a due velocità: da un lato il dinamismo rappresentato dalle nostre multinazionali operanti per la difesa e molto affermate nel mondo, dall’altro un certo conservatorismo allergico ai cambi di passo e, forse, più avvezzo a sottostare ai tanti e onerosi consigli d’amministrazione. Il risultato sono lungaggini e infiniti scarica barile quando invece sarebbe necessario fare delle scelte. L’AD di Leonardo, Alessandro Profumo, chiudeva una recente intervista al Corriere della Sera sostenendo: "Una cosa è chiara dopo l'Afghanistan, che l'Europa della Difesa deve cominciare a esistere".

Foto:BwFuhrparkService GmbH / HIL GmbH