Terminator: il corazzato per il combattimento urbano

(di Tiziano Ciocchetti)
26/02/22

Le immagini che ci giungono dai fronti ucraini mostrano come i futuri scenari operativi, descritti solo pochi anni fa si stanno avverando. Non solo si è tornati a una forma convenzionale di conflitti (dopo due decenni di guerre asimmetriche) ma gli studi – da parte del Corpo dei Marine e dello U.S. Army – indicano come le battaglie si svolgeranno principalmente in contesti urbani.

In passato, i combattimenti in centri abitati, sono sempre state causa di perdite elevate, in particolare per quanto concerne gli APC (Armoured Personnel Carrier) e gli AIFV (Armoured Infantry Fighting Vehicle), causate dal livello di protezione insufficiente. Nei recenti conflitti non convenzionali, come quelli in Libano nel 2006 e nella Striscia di Gaza nel 2008, anche MBT pesantemente corazzati (come il Merkava Mk-4) sono stati messi fuori combattimento da sistemi contro-carro di ultima generazione (Rpg-29, Kornet ecc.).

Queste inaccettabili perdite costituiscono un grosso problema, in quanto è proprio in zone poco permissive all’impiego dei mezzi corazzati che lo schieramento di fanteria meccanizzata/corazzata risulta particolarmente. Serviva un mezzo altamente protetto e armato che “scortasse” le unità corazzate/meccanizzate.

Allo stato attuale, l’Esercito russo può mettere in pratica nel conflitto ucraino l’esperienza maturata nelle due passate operazioni in Cecenia, dove furono costretti a impiegare i T-72 e i T-80U in ruoli insoliti all’interno di aree urbane, pagando un caro prezzo. Si è evidenziata, quindi, la necessità di disporre di un veicolo pesantemente corazzato per il supporto di fuoco, da questa esigenza nacque, all’inizio degli anni 2000, il BMPT Terminator.

Inizialmente, il Terminator, era basato sullo chassis dell’MBT T-72, ampiamente modificato nel compartimento di combattimento. È stato progettato per scortare gli MBT e gli AIFV fornendo supporto di fuoco anche in contesti poco permissivi e saturi di minacce contro-carro.

A tale scopo il BMPT è stato equipaggiato con sistemi d’arma diversificati. La versione in servizio nell’Esercito della Federazione Russa, su scafo T-90, ha una torretta (senza equipaggio) con due mitragliere 2A42 da 30x165 mm, 4 missili contro-carro 9M120 Ataka-T (denominazione NATO AT-9 Spiral-2), installati a coppia in 2 lanciatori laterali, 2 lanciagranate automatici AG-17D e una mitragliatrice da 7,62x54 mm.

L’armamento diversificato permette al Terminator di ingaggiare efficacemente un’ampia gamma di bersagli su terreni molto diversi, compresi, ad esempio, la fanteria appiedata, bunker, postazioni di artiglieria, AIFV, ecc.

Al veicolo è stato aggiunto circa 10 tonnellate di protezione addizionale, costituita da elementi di corazzatura reattiva (ERA Relikt). È plausibile che, dal momento che questi elementi di corazzatura reattiva sono collocati al di sopra della protezione balistica originale, il Terminator sia in grado di resistere al fuoco dei cannoni degli MBT e dagli attacchi condotti con missili contro-carro, nell’arco frontale e laterale. L’importanza assegnata alla protezione e alle capacità di sopravvivenza, in particolare per quanto concerne l’equipaggio, è evidente anche dall’installazione di sistemi d’arma controllati a distanza. Si tratta di un mezzo indubbiamente pesante (il peso in ordine di combattimento supera le 50 t), tuttavia, rispetto agli AIFV tradizionali - come il BMP-3 ma anche il nuovissimo Kurganets-25 – il BMPT ha possibilità maggiori di sopravvivere nei nuovi teatri operativi.

I russi hanno già appreso amare lezioni dalle terribili conseguenze derivanti dallo schieramento di AIFV insufficientemente protetti (come accaduto a Groznyj).

Ecco perché quando i reparti russi entreranno in forze a Kiev, faranno avanzare prima i Terminator, visti anche i numerosi sistemi missilistici contro-carro (Javelin e NLAW) che gli occidentali hanno fornito agli ucraini nei mesi scorsi.

immagini: MoD Fed. Russa