Un 4X4 insolito ma sicuramente eccellente (come il lavoro del Corpo Militare Volontario)

(di Gianluca Celentano)
07/05/20

Il suo nome "Amarok" può far pensare alle strade remote del Marocco ma in realtà bisogna spostarsi molto più a nord per comprendere il significato di questo appellativo: esattamente nel freddo Polo Nord. Infatti Amarok in lingua Inuit significa "Lupo" un agile cacciatore che trova il suo terreno ideale proprio nei boschi spesso innevati. Del resto militarmente siamo ormai abituati ai simpatici identificativi che gravitano intorno ai tattici ruotati o cingolati: Ariete, Leopard, Lince, Orso oppure Puma, sicuramente un’efficace associazione che trasmette il DNA del mezzo.

Al primo impatto appare più come una super Golf allungata e rialzata. In realtà si tratta di qualcosa molto più complesso di un’autovettura, infatti è un confortevole Pick Up integrale di casa Volkswagen.

È un veicolo nato per il duro lavoro pur mantenendo inalterate le affidabili raffinatezze tecnologiche proprie della casa tedesca. In effetti, la stampa automobilistica europea, pur elogiando questo settore, non ha mai enfatizzato queste tipologie di veicoli nati con una linea automobilistica ma a cabina singola, doppia o allungata e con vano di carico posteriore ristretto rispetto un autocarro. Nel caso di Amarok poi, nonostante i motori siano euro 6, sarebbe difficile stando alle notizie, valutare l’adeguamento alle nuove normative sulle emissioni.

Si tratta sostanzialmente di un’autovettura speciale, seppur commerciale, derivata dal SUV Tiguan, non di un autocarro 4x4.

Mentre negli altri paesi extra europei, tra cui nord Africa e America i Pick Up sono apprezzatissimi, qui da noi la situazione è diversa, tant’è che Volkswagen in maggio cesserà la produzione di Amarok presso lo stabilimento di Hannover, lasciando in attività solo la linea realizzata in Argentina. Questo malgrado le ben 455 mila unità vendute nel mondo dal 2010 comprese le oltre tremila in Italia. Una sorte che riguarda anche gli analoghi Fiat Professional Fullback e Mercedes X Class a dispetto della bontà dei loro interessanti progetti e aspettative.

Agli appassionati del genere possiamo anticipare che VW produrrà per l’Europa un sostituto “più automobilistico e molto più SUV” su piattaforma Ford.

Light Multirole, i più utilizzati

Come già riportato, i moderni autodrappelli delle nostre Forze Armate nel corso degli anni si sono orientati verso un’ottimizzazione più pratica ed europea dell’automotive a disposizione dei soldati, ossia poche piattaforme ma con diverse conformazioni d’uso. Per la loro praticità sono però i Light militari quelli che lavorano di più nelle attività quotidiane di caserma in quanto rappresentano quella tipologia di mezzi rientrante nelle circa 4 t. complessive su cui l’amministrazione concentra le sue scelte d’acquisto e avvicendamento.

Le caratteristiche del telaio a longheroni e traverse e l’apprezzabile coppia superiore ai 500 Nm sulla versione 3.0 V6L TD, unite a un cambio manuale a 6 marce più ridotte e trazione integrabile inseribile, annoverano Amarok nella categoria degli off road non impegnativi, anzi direi "boschivi". L’abbondante passo interasse lo colloca tuttavia più tra i veicoli da lavoro 4x4 che tra i puri fuoristrada sportivi o tattici e sicuramente un gradino sotto al VM90T.

L'Amarok o un veicolo similare, avrebbero avuto le carte in regola, costi a parte, per occupare uno spazio nella categoria dei Light tattici magari dopo l’accantonamento e le ombre sul più specialistico Iveco Massif. Le sue caratteristiche troppo promiscue (automobile, autocarro e 4x4) hanno premiato ancora una volta per il lavoro, la ricognizione e il trasporto i conosciuti e instancabili VM90, Ducato e Daily.

Da apprezzare in Amarok l’indubbio comfort, climatizzazione e le regolazioni di ogni genere piuttosto che il suo verricello anteriore, oltre al pratico selettore digitale alla sinistra del cambio per commutare la trazione sul retrotreno o inserire il 4x4 con ridotte (solo le versioni più recenti possiedono il sistema dinamico permanente 4 motion), ma c’è anche da segnalare una certa instabilità alle alte andature (la casa conferma 200 km/h) dovuta alle balestre posteriori. Comunque, considerati i consumi intorno ai 12 km con un litro, la sua velocità ottimale non dovrebbe scostarsi troppo dai 110 km/h. È molto maneggevole e morbida da guidare e con un’ottima sterzata ma nelle prime versioni i differenziali risulterebbero autobloccanti e non inseribili, per qualcuno un limite per i twist più vivaci nell’off road.

Amarok M light multi-purpose vehicle

Potremmo definirlo il fratello maggiore del SUV VW Tiguan - in realtà non una nota di merito quando si parla di 4x4 - fatto sta che esiste anche la versione militare di Amarok e anche qui da noi, forse beneficiando di forti sconti, l’Aeronautica Militare e il Corpo Militare della Croce Rossa ne hanno apprezzato la raffinata versatilità logistica.

La versione militare tedesca è stata creata nel 2012 dall’allestitore Rheinmetall Defence per la sostituzione di Land Rover e G Wagen.

Disponibile sia con motori (Audi) benzina e diesel da 180 cavalli, il mezzo è equipaggiato per l’utilizzo in torretta di una mitragliatrice da 7,62 o 12,7 mm piuttosto che di un lanciagranate automatico da 40 mm azionati dal cassone.

Pneumatici maggiorati e sospensioni rinforzate lo alzano un po' più da terra rispetto alla versione commerciale, mentre le balestre posteriori, seppur riviste, mantengono lo schema della serie civile.

All’interno si presenta come un’elegante VW e si nota l’aggiunta delle prese e supporti per le comunicazioni radio. Con doppia cabina ha una capacità di carico massimo utile di 1,26 t. e il gancio di traino omologato Nato può muovere pezzi di artiglieria leggera con un peso massimo fino a 2,76 t.

Disponibile con cambio automatico a 8 rapporti (con convertitore e prima molto corta) o manuale a 6, la versione militare tedesca ha una velocità massima che si attesta ai 180 km/h.

In dotazione al Corpo Militare Volontario della Cri

Diverse unità di Amarok opportunamente attrezzate e rivisitate dalla ARIS S.p.A. di Lombardone (TO), la stessa azienda che ha prodotto gli ARISGATOR (v.articolo) rendendo anfibi i carri M113, sono a disposizione del Corpo Militare Volontario della Cri. Una risorsa, quella del Corpo Militare, senz’altro da non sottovalutare vista la sua operatività nelle diverse emergenze in patria o fuori area.

Prontezza e preparazione professionale sono le prerogative principali dei volontari del Corpo Militare che mettono a disposizione le loro capacità acquisite nel lavoro civile ogni qual volta l’Ispettorato e il paese lo richiedano. Seppur la passata riforma strutturale della crocerossa abbia messo in discussione le potenzialità storiche del Corpo, almeno questa sembrerebbe una certa convinzione di una buona parte dei volontari, è anche vero che la volontà dell’amministrazione crociata sarebbe già orientata verso una valorizzazione sinergica con il resto del comparto.

L’auspicio che si evince dai militari è di un rafforzamento della linea di comando ma anche di una aliquota militare effettiva ed esperta che garantirebbe il buon funzionamento e inclusione su scala nazionale dei volontari, assicurando i rapporti con i reparti delle FFAA oltreché con il comparto civile dell’amministrazione di Viale Toscana a Roma.
Riteniamo doveroso e rispettoso verso i volontari dare il giusto e coerente riconoscimento a questa risorsa sostenendo il potenziale di una moderna riserva nelle FFAA.

Nell’emergenza Covid 19

Seppur la risonanza mediatica durante le prime fasi dell’emergenza si sia concentrata verso gli sforzi governativi e di Regione Lombardia, in particolare per il reperimento dei sanitari, tra gli attori silenziosi che con solerzia hanno contribuito al dramma e sono tutt’ora al lavoro, c’è anche il Corpo Militare oltre ai volontari della crocerossa.

Una vera e propria opportunità che solo gli addetti ai lavori della Difesa conoscono probabilmente a fondo, basti considerare la disponibilità delle strutture CBRN e di biocontenimento con personale addestrato, dei potabilizzatori di acqua e di strutture ospedaliere mobili modulari, farmacie e cucine rotabili ma anche l’attrezzato parco di mezzi logistici e sanitari, come gli shelter PMA associati agli autocarri ASTRA APS (foto) impiegati durante le calamità nazionali. Insomma un insieme di materiali specialità e capacità che formano di volta in volta assetti logistico sanitari fissi o mobili su tutto il territorio, dove la sofisticata rete di comunicazioni radio - uno degli elementi più importanti - del Corpo permette la costante sinergia con tutte le squadre militari in campo.

Il Volkswagen Amarok utilizzato per muovere in Italia e soprattutto in Lombardia e a Milano il personale militare richiamato per l’emergenza, è stato tra i mezzi più in vista in questi mesi, considerando la sua mole, linea e l’altezza di 1.83 m.

Un grande merito, oltre all’attento e incessante lavoro della logistica di crocerossa per garantire derrate alimentari alle famiglie (anche l’Esercito svolge le stesse attività) va riconosciuto in realtà al personale militare di ambulanza e a coloro distaccati negli ospedali. Il personale militare a bordo dei Fiat Ducato ambulanza prontamente fatti arrivare al nord dal quartier generale di Roma, hanno contribuito insieme ad altre Croci e Misericordie tra cui quella di Cagliari (dove il giovane Matteo 18 anni si è distinto eccellentemente), a rispondere alle incessanti richieste di soccorso nei paesi delle valli bergamasche. Un andirivieni di ambulanze e sirene a qualsiasi ora del giorno e della notte accompagnato dall’incoraggiamento di molti cittadini che dalle finestre battevano le mani al passaggio dei loro militari e soccorritori. Un impegno duro anche quello di smistare i pazienti nei nosocomi più vicini indicati dall’ammirevole lavoro del 118 bergamasco.

Storie riportate sui social e stampa da qualche ufficiale del Corpo. Qualcuno di loro, non ha mai nascosto che “la paura umanamente c’era, ma andava fatto per senso del dovere verso le persone, verso il paese e come militari”. A Voi tutti Grazie ragazzi!

“Inter Arma Caritas”

Foto: web / CMCRI