VTMM "Orso": il bestione (salvavita) nazionale

(di Gianluca Celentano)
03/11/21

Grazie alla disponibilità del Comando Genio abbiamo scoperto il VTMM (Veicolo Tattico Medio Multiruolo) "Orso", mezzo classificato anche come MPV (Medium Protected Vehicle). Un passaggio obbligato per Iveco Defence Vehicles che ha voluto fornire al nostro esercito un veicolo che si ispirasse al concetto MRAP (Mine-Resistant Ambush Protected) già conosciuto sui mezzi dello U.S. Army e rappresentato da piattaforme come il Cougar TT e Buffalo A2.

MPV Medium Protected Vehicle

Il due assi italiano è un mezzo specialistico blindato (è il multiruolo con la più alta protezione tra quelli in servizio nell’Esercito) anti mina, in grado di assolvere svariati compiti.

La versione Advanced Combat Reconaissance Team (ACRT) è attrezzata con sensori ed attrezzature per la ricerca e la rimozione di ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Device - IED) comunemente utilizzati sugli itinerari stradali contro i convogli militari in movimento.

Ad oggi sono state sviluppate le versioni Ambulanza, Posto Comando, RCP (Route Clearance Package) 1-4 e la Trasporto Truppa (per un cliente straniero).

Le sue configurazioni e la sua cellula, che richiama per grado di sicurezza quella del VTLM Lince, rendono l'MPV un mezzo con ampia mobilità adatto al trasporto da 5 fino a 10 militari. Anche qui, come nel Lince, i sedili non sono assicurati alla base ma a supporti verticali, un dettaglio potenzialmente "vitale" in caso di detonazione.

A bordo è obbligatorio indossare l’elmetto e assicurarsi con cinture a 4 punti.

Nel vano cellula di protezione è allestibile un centro nodale per le comunicazioni o strutture con attrezzi per l’intervento logistico sul campo, mentre nella piattaforma Ambulanza per il soccorso avanzato specialistico, è possibile trasportare e assistere due feriti di cui uno grave.

La scelta delle lunghezze del MPV sono correlate al tipo di utilizzo e variano tra i 6500mm ed i 7200mm per la versione Ambulanza.

Route Clearance Package

Questa è tra le funzioni più rilevanti dell’MPV che ordina e disciplina in totale sicurezza il concetto di scova mine. Consente a una squadra di cinque VTMM appositamente equipaggiati e con controllo remoto di rilevare, sorvegliare, esaminare e manipolare IED interrati lungo un percorso.

Un raffinato progetto in collaborazione con Leonardo, MBDA e Iveco in qualità di system integrator, ma è bene precisare che le operazioni veicolari di bonifica Route Clearance Package sono in realtà protocolli già esistenti negli eserciti, mentre è una novità l’aver costituito una squadra con compiti sequenziali e precisi ruoli: Esca (RCP1), Rilevamento (RCP 2), Conferma (RCP3) e Osservazione (RCP4). Le diverse configurazioni prevedono inoltre sensori di profondità e un braccio robotizzato a comando remoto per l’estrazione dell’ordigno che rischia di detonare durante le manovre.

Un Trakker riprogettato

La struttura Trakker, già conosciuta per gli usi commerciali estremi, è stata rivisitata per consentire di ottimizzare le superfici spostando indietro il posto guida e la colonna dello sterzo, lasciando fuori dalla cellula protetta il propulsore Cursor 8 che adesso occupa un semi volume anteriore.

Un aggiornamento che trasforma e se vogliamo compatta a due volumi la caratteristica forma del Trakker. Anche l’asse anteriore rimane allineato alla sua originaria posizione e la sua catena cinematica di trasmissione del moto – cambio, ripartitore, differenziali e assi – alloggia sempre sotto al telaio.

Prendendo in esame un due assi Trakker AD-190T36 W commerciale e facendo un parallelo con l’Orso, ci si accorge che i valori di massa totale a terra sono pressoché uguali e comparando le altezze, l’MPV risulta circa venti centimetri più basso.

Un altro aspetto che balza all’occhio è il passo interasse del MTV fissato a 4000 mm sulla versione 4X4, mentre nella derivazione civile a due assi spazia da 3500 a 4500 mm.

Un intreccio di valori e suddivisione di forze e masse più "concentrate" non solo per irrigidire la struttura ma anche per garantire la stabilità longitudinale di marcia su sterrato.

La luce minima da terra si attesta sotto ai differenziali a ben 350 mm, mentre è di circa 500mm sul resto del telaio.

Le sospensioni non sono indipendenti ma a ponti rigidi, ma in virtù della presenza della cellula protettiva su tutto il perimetro, l’MPV può fare a meno di uno scavo a svaso.

Proprio per le qualità di robustezza, gli autocarri pesanti adottano sospensioni connesse a ponti rigidi, che in base alla loro raffinatezza, possono essere a balestra o pneumatiche. Il ponte rigido durante la compressione su un lato, aumenta l’escursione da quello opposto, inclinando di conseguenza l’assale delle ruote sulla carreggiata del veicolo.

Anteriormente si notano il massiccio ponte e barra stabilizzatrice, le balestre e gli ammortizzatori telescopici con il tampone in gomma di fine corsa.

Interessanti i 17,5 metri di diametro di sterzata nella fascia d’ingombro che si traducono per l’MPV in una buona manovrabilità di marcia anche con il suo carico massimo di 19 tonnellate a cui si aggiungano circa 6t di massa rimorchiabile per un totale di 25t di massa totale combinata, valore soddisfacente anche nella versione civile comparata.

Turbodiesel a geometria e Trasmissione Full Time

Brillante è il motore Cursor 8 a 6 cilindri da 7,8 litri e 360 cv, che prevede una turbina a geometria variabile - VGT Variable Geometry Turbine - nel sistema di sovralimentazione per aumentare lo spunto e l’elasticità, eliminando il turbo-lag ed esaltando la prontezza in accelerazione.

La velocità è limitata ai 90 km/h pur mantenendo un’ampia riserva di potenza che lo spingerebbe ben oltre.

Il sistema di trasmissione è del tipo automatizzato ZF 12AS1930 TD (senza convertitore di coppia) con trazione permanente sugli assi seguendo ormai il diffuso concetto full time. Al sistema è affiancato un rallentatore idraulico interno commutato sulla prima corsa del pedale del freno il quale agisce anche sul freno motore posto sul collettore oltreché sulle pinze. Il rallentatore è azionabile anche manualmente mediante la leva destra della colonna del volante, che ingloba l’acceleratore a mano.

Sono 24 i rapporti totali, dodici marce “lunghe” e dodici ridotte, a cui si aggiunge il comando dei blocchi longitudinali e trasversali dei differenziali. Il cambio è posto sulla destra del cruscotto, ha pulsantiera a tre tasti ed è visibilmente simile a quello impiegato su Iveco Magelys.

Le posizioni sono D (programma marce avanti), N ( folle) e R (retromarcia). La pressione prolungata dei tasti D o R, consentono la commutazione di sicurezza per il movimento millimetrico durante le manovre.

La metà superiore sinistra (posto guida) del cruscotto, è analogo a quello adottato dal Trakker. Sulla parte destra, quella destinata al capomacchina, è attrezzata una piastra di supporto sorretta dalla struttura di serie, mentre su tutta la superficie confinante con il parabrezza blindato, sono dislocati monitor e apparecchiature specialistici.

Nonostante la mole di un “camion”, l’MPV come il Trakker, mantengono la disinvoltura di un fuoristrada garantendo di rimanere attaccato al terreno, anche lateralmente con un’inclinazione del 30%.

Foto: Difesa Online