Inaugurazione del Museo Ambiente e Crimine al Bioparco di Roma

(di Giusy Federici)
07/07/17

È un’iniziativa importante, si colloca tra quelle che stiamo attuando da quando, dal primo gennaio 2017 con il decreto legislativo 177 dello scorso anno, abbiamo visto attribuiti compiti e personale che appartenevano già al Corpo Forestale dello Stato. Come costume dei carabinieri, cercheremo di fare le cose bene, con grande determinazione, con grande amore. Facendo in modo che la tutela della natura, la conoscenza di tutto quello che deve essere conservato, sia un patrimonio di tutti. E soprattutto dei giovani”. Così il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette ha sintetizzato le finalità del Museo Ambiente e Crimine (MACRI), inaugurato il oggi dentro il Bioparco di Roma. Con il comandante Del Sette, anche il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina e il presidente della Fondazione Bioparco di Roma Federico Coccìa.

La struttura, prima e unica del genere in Europa, è intitolata al grande etologo e ambientalista Danilo Mainardi. Al MACRI, 400mq, sono stati ricostruiti i vari settori in cui vengono commessi i crimini ambientali, dagli incendi alle trappole, al maltrattamento degli animali. Alcune sezioni sono dedicate al commercio illecito di specie in via di estinzione, che sia pelle di serpente, avorio, conchiglie, medicina tradizionale. Altre vetrine contengono gli strumenti usati dalle forze dell’ordine per contrastare i crimini ambientali, compresi il radiattivo.

Solo nel primo semestre 2017, su oltre 234mila controlli, 4mila persone sono state punite penalmente, 55 gli arresti, 10mila le multe. È un dato allarmante. E il MACRI è una finestra su questo mondo, sulla sinergia tra l’unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, dove è confluito il Corpo Forestale dello Stato e le istituzioni, comunali – era presente l’assessore all’ambiente della giunta capitolina Pinuccia Montanari – e governative, rappresentate dal ministro Martina. Il fine del progetto è spiegare ai più giovani che il mantenimento della bellezza del mondo, della natura, degli animali come dell’aria che respiriamo, passa attraverso la legalità.

Il museo dei crimini ambientali, in qualche modo, attrae la curiosità del pubblico. Ma visto che, lo ricordo sempre, i fruitori finali del Bioparco sono i bambini, noi abbiamo integrato questo percorso come parte dell’educazione ambientale anche per le scuole”, ha esordito il presidente della Fondazione Bioparco Federico Coccìa. “Oggi, ripartirà questo nuovo progetto costruito insieme all’Arma dei carabinieri, far conoscere ai bambini che esiste anche il crimine ambientale. Gli animali non sono solo belli da vedere, facciamo sapere loro che dietro gli animali ci può essere anche la criminalità organizzata. La cosa a cui tengo particolarmente, oggi, è il fatto che abbiamo dedicato il museo ed è venuto naturale e spontaneo, a Danilo Mainardi, uno dei più grandi conoscitori e difensori dell’ambiente, non solo un etologo. In qualche modo, noi, questo omaggio glielo dovevamo”.

Il comandante dell’unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma, generale Antonio Ricciardi, ha ricordato che il MACRI già esisteva ma era soltanto un’esposizione con riferimento alla normativa dedicata, mentre ora è dedicato alla tutela ambientale a 360gradi, “come nei compiti che l’Arma dei Carabinieri si è assunta e che noi portiamo avanti, in primis con il comando istituito della tutela forestale, ambientale e agroalimentare. Il MACRI serve a educare. Perché i bambini possano a loro volta educare i genitori, che li responsabilizzino sul fatto che sono loro che dovranno lasciare il mondo alle future generazioni. Il MACRI darà un’idea di tutti i danni che l’uomo crea all’ambiente delle foreste, dei rifiuti, dell’agroalimentare, ma anche di quello che le istituzioni fanno a tutela della natura. Quindi, l’ambizione del MACRI è poter essere visitato da migliaia di bambini. con il pensiero che il museo, che rappresenta un’eccellenza, possa espandersi con progetti simili e in tutte le riserve ambientali che lo Stato ha affidato alla nostra competenza e che questa educazione possa essere vissuta su tutto il territorio”.

Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, ringraziando l’Arma per il lavoro fatto, ha apprezzato anche l’intitolazione a Danilo Mainardi. “Per esperienza personale – ha detto il ministro - come raccontavo prima alla moglie e al figlio, ho ricevuto tanto dagli insegnamenti di questa straordinaria personalità del nostro Paese ed è giusto che noi ricordiamo il lavoro, la sensibilità, l’energia di questa figura che ha appassionato migliaia di ragazzi. È giusto che la ricordiamo in questo luogo, costruendo, in particolare attraverso questo percorso educativo, un ponte ideale tra la storia, professionalità e personalità di Danilo Mainardi e quello che ha lasciato al Paese e a questo luogo. Anche perché il filo conduttore di questa esperienza è uno solo, ed è la chiave educativa, la conoscenza delle questioni ambientali, della tutela di un valore come quello della biodiversità animale e vegetale che sempre di più sarà uno dei grandi temi del futuro”.

Basta vedere oggi, ha aggiunto Martina, cosa voglia dire discutere di cambiamenti climatici,anche in chiave politica e istituzionale, “per capire quanto bisogno ci sia di conoscenza, di informazione, quanto sia necessario fare in modo che queste non si limitino ad essere questioni per addetti ai lavori ma diventino, sempre di più, grandi temi del dibattito pubblico tra i cittadini e soprattutto con ragazzi e bambini, gli italiani di domani. Questa è la nostra missione. Ed è una responsabilità di tutti, dal cittadino a casa propria alle istituzioni di ogni ordine e grado e in tutti i territori, anche con azioni di contrasto a un fenomeno criminale che cambia sempre. E qui si dimostra quanto sia stata strategica la scelta che abbiamo fatto, in particolare con il Corpo Forestale dello Stato confluito nell’Arma dei Carabinieri, è cruciale. Perché dà la dimensione di come anche le istituzioni devono cambiare i propri strumenti di contrasto, promozione e tutela, seguire l’evoluzione di questi fenomeni, muovendo le forze, rendendole sempre più professionali e capaci di seguire i cambiamenti dei crimini. Posso assicurare che, già in questi pochi anni in cui sono ministro, l’evoluzione del fenomeno criminale in relazione ai temi agricoli, agroalimentari e ambientali è cambiato moltissimo. Ci sono novità che, a volte, sfuggono alla loro lettura immediata, che invece abbiamo bisogno di capire, sempre meglio e con rapidità”.

Vedo questo lavoro che è stato fatto come un punto di partenza per l’impegno che dobbiamo tutti promuovere, di qui ai prossimi anni. Perché, in fondo, discutere di questioni ambientali e di salvaguardia della biodiversità del pianeta vuol dire costruire un pezzo di cittadinanza. Non si è cittadini di questo Paese o del mondo se non si comprende che attorno a questi argomenti passa il vero futuro degli individui”, ha concluso Maurizio Martina.