In una semideserta Piazza del Popolo, a Roma, è stato celebrato ieri il 162° anniversario della nostra forza armata terrestre.
Per i più piccini è doveroso sottolineare che nel 1861 non è nato l’Esercito Italiano ma il “Regio Esercito” o, al massimo, l’Esercito del Regno d’Italia. L’EI nascerà solo nel 1946. Lo ha giustamente chiosato il capo di stato maggiore della Difesa, amm. Cavo Dragone (riferendosi tuttavia alla nascita dell’Aeronautica).
Di fronte ad un conflitto in cui si stanno massacrando mezzo milione di uomini e donne, il nostro Esercito può oggi mettere in campo solo poche migliaia di soldati: 7000 in “prontezza operativa” (comunicato stampa di ieri). In aggiunta – parole precedenti del ministro della Difesa Crosetto – abbiamo “forze armate da peacekeeping”.
Un energico capo di stato maggiore dell’Esercito, il generale Serino, ha sottolineato la necessità – ancor prima delle dotazioni – dell’addestramento e delle relative aree necessarie, come i poligoni di tiro. Allarmi già forniti da tempo al parlamento (ascolta passaggio) e del cui mancato ascolto “la Storia potrebbe un giorno chiedere il conto!”.
Mi permetto di precisare che, ancor prima della "Storia", in caso di uso delle armi e del conseguente maggior costo in vite umane, saranno i futuri cittadini (non più “sudditi”) della Repubblica Italiana a “chiedere conto...”.
Ieri, in prima fila, erano presenti il presidente del Senato La Russa e il sottosegretario alla Difesa Rauti: il primo, nel 2008 ministro della Difesa, permise l’impiego di personale militare appartenente alle Forze Armate per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, la seconda con delega alle questioni comunque connesse con le problematiche relative all'operazione "strade sicure"… Sembrano tuttavia non accorgersi che l'intervento "Strade Sicure" (probabilmente utile 15 anni addietro) deve oggi giungere al termine. L’addestramento al combattimento deve prendere il posto del tempo perso a presidiare sotto al sole o alla pioggia (nel paese europeo con il più alto rapporto tra forze dell’ordine e abitanti!).
Il presidente del Senato ha al contrario dichiarato ieri che la missione va (con richiesta ufficiale al governo) “intensificata” per combattere i crescenti fenomeni di insicurezza nelle grandi città.
La Russa ha poi ricordato un episodio della sua prima visita in Afghanistan da ministro della Difesa: di fronte alla richiesta ai soldati, lontano dai comandanti, su cosa potesse fornire loro (pensando per esempio “al cibo”) si sentì dire “più elicotteri per svolgere al meglio il nostro lavoro”. Commosso ha ricordato di come i militari avessero anteposto il desiderio di assolvere la missione al meglio rispetto a qualsiasi interesse individuale.
Se oggi la seconda carica dello Stato chiedesse le necessità urgenti ad un qualsiasi militare la lista sarebbe decisamente lunga...
Dal momento che il senatore La Russa sembra il più strenuo assertore di “Strade Sicure”, chiederemo* - dopo dinieghi da altri/e - un’intervista e senza domande in anticipo (d'altra parte è tra i pochi a non leggere discorsi…).
Saremo fortunati? O dovremo attendere una nuova Repubblica davvero democratica per ottenere risposte come cittadini e non più rare "graziose concessioni" come "sudditi"?
* La richiesta di intervista è stata inviata al momento della pubblicazione di questo articolo.
Foto: ministero della Difesa