Pochi giorni fa l’intervento di una unità della Marina Militare ha permesso a un gruppo di pescherecci, usciti da Mazara del Vallo, di allontanarsi da una imbarcazione libica in acque internazionali (v.comunicato).
Nella giornata di oggi tre pescherecci a 35 miglia dalla costa libica, tra Misurata e Khoms, sono stati fatti oggetto di colpi d’arma da fuoco da parte della guardia costiera di Tripoli, addestrata e finanziata da Roma.
Il comandante di uno dei pescherecci, l’Aliseo, è rimasto leggermente ferito da schegge di vetro generate da alcuni proiettili che hanno colpito la plancia. Sul luogo dell’incidente è intervenuta la fregata Libeccio (foto) che sarebbe dovuta andare in disarmo l’anno scorso dopo quasi 40 anni di servizio (la vendita delle due FREMM all’Egitto - il Bianchi e lo Schergat - ne ha ritardato il pensionamento).
È ormai chiara che sia la sedicente guardia costiera di Haftar (l’ex uomo forte della Cirenaica) che quella di Tripoli (controllata dai turchi) abbiano il chiaro intento di allontanare la flotta di pescherecci siciliana dal Mediterraneo Meridionale, estendendo arbitrariamente le ZEE (Zona Esclusiva Economica).
Si spera che tale minaccia venga prontamente recepita dal governo italiano, e che provveda ad impiegare la Marina Militare, nel rispetto delle leggi internazionali, per la difesa del nostro settore ittico. Se un peschereccio italiano venisse attaccato da una qualsiasi imbarcazione (magari priva di bandiera che indichi l'appartenenza ad uno stato), in acque internazionali, la Marina Militare dovrebbe intervenire con ogni mezzo necessario per garantirne l’incolumità.
Foto: Marina Militare