Mentre si millantano dalla scorsa settimana fantasiosi successi diplomatici e politici, la situazione in Libia è vergognosa. Dopo la pubblicazione dell’editoriale di venerdì (v.articolo), abbiamo verificato altri aspetti ignobili della missione. In particolare condivido con voi quelli che definirei “atti di bullismo”.
I rifornimenti inviati dalla madrepatria ai nostri militari vengono regolarmente bloccati per mesi in porto. Questo fino a che una metà, quella deperibile, viene buttata.
Si permette solo tardivamente (e non voglio pensare ad altro...) di recuperare il carico.
I nostri soldati? Nel frattempo fanno nuovi buchi al cinturone.
Cosa insegna questo? Che in tempi di guerra si può cercare di tener duro per le carenze dettate dai successi di una Navy avversaria, ma se in tempi di pace sono i beneficiari del nostro intervento a sputarci addosso, qualcosa non torna…
Non sarà il caso, non potendo controllare i carichi di armi che vengono impunemente inviati attraverso il Mediterraneo dalla Turchia, di affidargli anche la nostra logistica? Il trattamento riservato dal buon Vlad - 560 anni fa - agli Ottomani ha insegnato loro la diplomazia e le sue “sottili” dinamiche.
Noi del passato, navigando su internet, abbiamo solo “frainteso” qualche immagine (foto seguente) twittando puerili pensierini?
Foto: ministero della difesa / web