Il nuovo comandante della missione MIASIT ed il relativo staff di supporto raggiungeranno la Libia ma non sono stati autorizzati ad atterrare con un volo militare, dovranno arrivare a Tripoli con un aereo di linea civile proveniente da Istanbul…
Dopo i proclami che millantavano “successi afgani” legati all’evacuazione (tardiva) di migliaia di profughi (di fatto merito della macchina operativa della Difesa), ci eravamo quasi scordati le conseguenze del rispetto prossimo allo zero che i nostri vertici politici riscuotono all’estero.
Dopo il lungo e vergognoso diniego del rilascio dei visti per centinaia di militari di stanza in Libia (v.articolo) che aveva visto – dopo quattro mesi! – i titolari di Farnesina e Via XX Settembre complimentarsi a vicenda per la soluzione dell'impasse (v.articolo) grazie ad una “proficua sinergia istituzionale, anzitutto con le autorità libiche”, veniamo nuovamente umiliati.
Si fanno avvicendare militari della missione Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT) con un volo civile proveniente dalla Turchia, Paese palesemente ("giustamente", vista la Storia) nemico dei nostri interessi nazionali che evidentemente "suggerisce" costante ostilità diplomatica nei confronti dell’Italia.
Quanto accaduto quest’anno ha insegnato nulla ai ministri Guerini e Di Maio? La “posizione” della politica estera nazionale potrà mai aumentare di qualche decina di gradi?
Visto il nuovo blocco dei rifornimenti al porto di Misurata destinato ai nostri uomini e donne, al momento, la risposta non può che essere negativa.
Foto: ministero della Difesa