Roberto Vannacci: colpirne uno per educarne 160.000?

(di Andrea Cucco)
19/08/23

In un mondo in cui chiunque può esprimere qualsiasi opinione sui social, un concittadino ha avuto l’infelice idea di esprimere i suoi pensieri – argomentandoli estesamente – in un libro ed autopubblicarlo su Amazon. Ne è scaturita una bufera!

Il problema? È un militare.

Facciamo una premessa. Con una troppo lunga e consolidata tradizione di obbedienza acefala, quello della Difesa è oggi un mondo in cui un semplice “like” ad un articolo o ad un libero pensiero altrui (non gradito a Palazzo) può comportare un richiamo.

Le forze armate sono una delle poche istituzioni realmente al servizio del e di Stato, nel senso che la politica, per quanto si impegni a svilirne le peculiarità, non potrà mai sabotarne fino alle estreme radici i pregi e la relativa efficienza.

Con questa scusa, l’organico è sempre stato visto come al servizio del potere di turno; ministri di ogni colore si sono permessi qualsiasi capriccio sapendo di non venir mai contraddetti.

L’Ordinamento militare (art 1472 D.Lgs. 66/2010) stabilisce che “1. I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione. 2. Essi possono, inoltre, trattenere presso di sé, nei luoghi di servizio, qualsiasi libro, giornale o altra pubblicazione periodica. 3. Nei casi previsti dal presente articolo resta fermo il divieto di propaganda politica.”

Il personale in divisa è comunque composto da cittadini della Repubblica italiana, un’istituzione che millanta democrazia e fa parte di un’Unione al cui articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali è scritto “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”

La nostra costituzione nella seconda parte dell’art.11 cita anche “...consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Ergo, se si fa parte dell’Unione, bisogna accettarne i principi...

Chi è Roberto Vannacci? Il curriculum è decisamente lungo, sinteticamente diciamo che come incursore dell’Esercito ha operato in missioni in mezzo mondo, ha inoltre comandato la Task Force 45 in Afghanistan, il 9° “Col Moschin” e la brigata Folgore, solo per citare alcuni incarichi.

Lo scorso anno, mentre era addetto militare a Mosca, è stato rispedito in Patria come “persona non grata” per rappresaglia delle autorità russe verso le espulsioni parallelamente decise dal governo italiano. Il 21 giugno di quest’anno ha assunto il comando dell'Istituto Geografico Militare di Firenze.

Il 10 agosto 2023 pubblica il libro “Il mondo al contrario”.

Il 17 agosto, in seguito ad un domino di articoli in cui lo si accusa sommariamente di omofobia e razzismo, viene isolato, umiliato e deplorato:

1) lo stato maggiore della sua forza armata prende le distanze - “In merito alla notizia pubblicata oggi su alcuni organi di stampa, relativa al contenuto del libro autoprodotto dal Generale di Divisione Roberto Vannacci, la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall’Ufficiale.
Si precisa che l’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari.
In tal senso l’Esercito si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine.”

2) il ministro della Difesa Guido Crosetto annuncia un’azione disciplinare.

Segue la rimozione dal comando dell'IGM di Firenze: dal 20 agosto il generale Roberto Vannacci dovrà lasciare l’incarico. Dal 21 agosto sarà posto in forza extra organica al COMFOTER a Firenze.

Sin qui abbiamo sommariamente descritto quanto accaduto.

Cosa manca? Il merito della questione.

Quando è scoppiata la bufera avevo ricevuto il giorno prima il libro acquistato su Amazon, non aprendo nemmeno il pacchetto.

Appena iniziano a girare le accuse lapidarie, per ore ho commentato la persona e cosa stava avvenendo con amici e colleghi (seppur a distanza avevo intervistato il generale lo scorso anno): “che cazzata ha combinato!”, “non si toccano certe questioni”, “usare poi certi toni…”.

Solo tardivamente ho iniziato a leggere il volume di ben 357 pagine...

Seppur con qualche refuso, ho scoperto una sequenza di considerazioni argomentate e sensate che – pur non condividendole integralmente – erano distanti anni luce dalle “farneticazioni di un fascista omofobo” che mi attendevo.

Si tratta di un libro ampiamente costituito di pensieri, osservazioni e ragionamenti da buon padre di famiglia, arricchiti ed avvalorati dall'esperienza globale avuta in decenni di carriera, in primis con lunghe permanenze nei paesi più disgraziati o socialmente complicati del Pianeta.

La parte sinceramente più sorprendente del libro è stata proprio quella sull’omosessualità: la “frase decontestualizzata” credevo fosse davvero una scusa di Vannacci per arrampicarsi sugli specchi in cerca di un’improbabile difesa, era invece estremamente diversa - condivisibile o meno -  se legata alle premesse delle pagine precedenti...

Ebbene, pur non apprezzando molte opinioni e visioni del concittadino Vannacci, non trovo alcun motivo concreto di messa alla gogna per aver espresso il proprio pensiero su temi quali: ambientalismo, energia, immigrazione, casa, famiglia, Patria, omosessualità, tasse, urbanizzazione e animalismo. Temi su cui qualunque cittadino dell’Unione Europea dovrebbe essere libero di esprimere il proprio giudizio - nei limiti delle leggi - come nel caso in questione.

Perché dunque reazioni tanto feroci?

Vannacci potrebbe aver commesso un errore: in tempi in cui il pensiero più articolato della politica non supera le 4 parole (ci si confronta infatti con slogan, non più idee!), il concittadino incriminato sviluppa i temi con una "analisi", qualcosa a cui non si è cerebralmente più abituati!

La persecuzione del generale, al di là delle cieche e speditive sanzioni, sta avendo un effetto: lo sta facendo leggere all’intero paese (nelle ultime 24h mi sono arrivate via Whats’App almeno 10 copie pirata in pdf “inoltrate molte volte”), sta facendo aprire gli occhi e dando coraggio a molti militari stanchi di non poter pensare liberamente, soprattutto quando gli argomenti esulano dal servizio.

Un ultimo pensiero al ministro Guido Crosetto… non commetta il mio errore (esprimere giudizi a priori), o quello di un suo collega che l’ha preceduta anni or sono (malconsigliato da collaboratori incompetenti): si fermi e legga quel libro prima di prendere altre decisioni infelici.

I soldati che le abbiamo affidato deve difenderli, non condannarli frettolosamente (per poi magari stemperare i toni di tweet in tweet…).

Vannacci è stato rapito dagli alieni nelle ultime 48h? È la stessa persona. Se si è comportato in maniera corretta, spesso esemplare, in 37 anni di servizio, va onorato e non punito per aver espresso opinioni legittime, anche quando non condivisibili.

È la repressione (tipica dei regimi anche "democratici") a creare malcontento e a far sedimentare nell'ombra idee talvolta malsane e dagli epiloghi infelici. I punti di vista diversi vanno affrontati apertamente e, se scomodi o non condivisibili, vanno superati dialetticamente, non disciplinarmente.

È a capo di 160.000 italiani in gamba, è ora di rispettarne (entro i limiti di legge, Costituzione e Trattati) le idee.

Roberto Vannacci è un nostro concittadino, non più un “suddito”.

Caro ministro, legga quel libro prima che lo faccia mezzo paese e si accorga tardivamente di aver sbagliato o, peggio, di dover definitivamente immolare alla misera politica italiana un militare innocente, sulla base di isterismi (o malafede) altrui...

Foto: ministero della difesa / Difesa Online / X (il social un tempo conosciuto come "Twitter") / U.S. Army