La ‘Ori’ – ha spiegato Davis – durerà dodici giorni. Analizzeremo 134 fattori specifici del caccia e subito dopo stileremo la nostra relazione finale.
Nonostante non spetti ad un singolo corpo certificare la Capacità Operativa Iniziale di un sistema d’arma, i Marine non hanno alcuna intenzione di adottare un macchina che non possa soddisfare i loro requisiti. Per il Pentagono, infatti, lo JSF potrebbe già entrare in servizio. Qualora l’esito dell’ispezione dovesse corrispondere alle necessità dei Marine, l’F-35B entrerà in servizio (e nella storia dell’aviazione) il prossimo 15 luglio con Capacità Operativa Iniziale.
Tutto però dipende dalla ‘ORI’.
Credo che tutto andrà bene – ha aggiunto Davis – ma stiamo calcolando la disponibilità dei pezzi di ricambio disponibili, qualora dovessimo rendere operativo il caccia il prossimo mese. Questo è al momento un serio problema che stiamo affrontando. A causa del taglio dei finanziamenti del Congresso, l’F-35 sarebbe a corto di ricambi. Potremmo essere costretti – ha concluso Davis – a richiedere fondi supplementari per evitare potenziali problemi con la disponibilità del velivolo, qualora dovessimo schierarlo all'estero.
Il velivolo potrebbe andare in battaglia con un equipaggiamento ‘ridotto’: missili AIM-120 AMRAAM, bombe GBU-12 e GBU-39.
A differenza del V-22 Osprey che i Marine hanno schierato in Iraq subito dopo l’avvenuta ‘IOC’, l'F-35 non entrerà in guerra con lo Stato islamico.
Sempre dal Salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget, Lockheed ha prontamente risposto alle perplessità di Davis, rassicurando sulla fornitura dei ricambi.
Se l’F-35 dovesse superare l’ispezione, entrerà in servizio con i “Cavalieri Verdi” del Marine Fighter Squadron 121.
Franco Iacch
(foto: Lockheed Martin)