Il problema della manovra nella guerra d’Ucraina

(di Filippo Del Monte)
04/12/24

Il problema che ogni comandante impegnato nella guerra d'Ucraina si trova dinanzi è quello di dover superare la guerra di posizione attraverso la manovra. A maggior ragione, sono gli ucraini - per una questione prettamente numerica, ma anche per la dipendenza dalle forniture occidentali - a sentire in modo particolare il peso della "battaglia di materiali".

Sotto un certo profilo, la condotta della guerra da parte ucraina, almeno dalla fase di preparazione dell'offensiva estiva del 2023, ha mostrato come gli strateghi di Kyiv abbiano tentato sempre di ottenere una vittoria in campo tattico tanto decisiva da avere conseguenze a livello strategico. Il culmine di questi tentativi si è avuto con l'avanzata ucraina nell'Oblast di Kursk, che tatticamente ha funzionato seguendo la "rottura degli schemi" teorizzata dal generale Zaluzhnyi, ma che strategicamente non ha raggiunto i risultati che ci si era prefissati.

Gli ucraini hanno risposto al problema dell'inferiorità oggettiva, acuita dalla "forza bruta" imposta dalla guerra d'attrito, sempre con la ricerca della manovra. Lo stesso metodo, una sorta di "automatismo" nella guerra di posizione, che attuarono sempre i tedeschi durante la Prima guerra mondiale per controbattere sul campo alla superiorità (di cui lo Stato Maggiore di Berlino era consapevole) dell'Intesa.

Si deve tornare all'offensiva ucraina estiva dello scorso anno per comprendere la somiglianza tra AFU ed Esercito imperiale germanico. Proprio come i tedeschi durante la Kaiserschlacht (marzo-agosto 1918 - foto), gli ucraini si trovarono di fronte ad un sistema difensivo nemico ormai consolidato, impiegando in modo non ottimale le truppe di riserva, che furono inviate a sostenere gli attacchi nei punti ove con maggiore difficoltà si stava combattendo, anziché iniettare forze nuove nei punti del fronte dove più facilmente i soldati di Kyiv erano riusciti a rompere la linea russa.

Il rapido esaurimento delle forze disponibili e il mancato sfruttamento delle poche brecce aperte hanno mostrato come la pianificazione dell'offensiva fosse "sbilanciata" sullo sfondamento del fronte, senza avere le idee chiare su come "gestire" la fase successiva.

Tentare di combattere una Bewegungskrieg (guerra di manovra) su “fronti continui”, ove è impossibile individuare un solo “punto di massimo sforzo”, il clausewitziano Schwerpunkt, è un errore “indotto”, da ambo le parti, dal dilemma strategico-tattico del conflitto russo-ucraino. L’eccessiva estensione delle linee del fronte “è in contrasto […] con tutte le esigenze di una battaglia decisiva” scriveva Clausewitz.

La tattica di “fuoco e manovra”, come l’aveva sintetizzata proprio nell’estate 2023 il generale dello stato maggiore ucraino, Oleksandr Tarnavsky, è strumento utilizzato in modo ossessivo da ucraini e russi, finché, per le caratteristiche di questa specifica guerra, non viene abbandonata, per rifluire nello “spreco organizzato” dell’attrito.

Foto: Ukraine MoD / Bundesarchiv