Le portaerei cinesi: la lunga (inutile?) rincorsa

(di Tiziano Ciocchetti)
11/03/21

Negli ultimi anni Pechino ha dato un forte impulso alla cantieristica navale, allo scopo di ottenere una flotta in grado di contrastare la U.S. Navy, almeno nel Mar Meridionale Cinese.

Tuttavia, se dal punto di vista numerico la People's Liberation Army Navy (PLAN) ha superato la controparte americana, nel settore delle portaerei, la U.S. Navy manterrà una notevole supremazia per molti anni.

Le prime esperienze cinesi con le portaerei ebbero inizio con l’unità ex sovietica Varyag (appartenente alla classe Kuznetsov) che, dopo varie vicissitudini, giunse ai cantieri cinesi DSIC (Dalian Shipbuilding Industry Company) di Dalian, nel 2002.

I lavori di modernizzazione iniziarono nel 2005 e terminarono il 27 luglio 2011, allorquando il Ministero delle Difesa di Pechino annunciò che il refitting era stato completato. La consegna ufficiale della nave alla PLAN avvenne l’11 settembre 2012, con la denominazione di Liaoning (CV-16), mentre l’entrata in servizio è avvenuta il 25 novembre 2016.

Lunga 305 metri, larga 75, ha un dislocamento di circa 65.000 tonnellate, l’unità è dotata di ski jump che permette un decollo corto a velivoli ad ala fissa, con atterraggio sul ponte di volo angolato dotato di cavi d’arresto.

L’apparato propulsivo è rimasto quello originario, costituito da 8 caldaie che generano il vapore utilizzato da 4 gruppi turboriduttori che azionano altrettanti assi (la potenza sviluppata è di 200.000 HP)

La portaerei Liaoning (foto apertura) rappresenta solamente il primo passo, in un disegno più ampio da parte di Pechino di dotare la PLAN, nei prossimi anni, di un consistente numero di portaerei.

Le conoscenze acquisite con i lavori di modernizzazione del Liaoning, infatti, hanno permesso alla cantieristica cinese di realizzare ex novo una portaerei, la cui costruzione è iniziata nel 2015. Dopo la fine dei lavori (2017) la nave (foto seguente) è stata denominata Shandong (CV-17) ed è entrata in servizio a dicembre del 2019.

Lunga 10 metri più della precedente, con un dislocamento a pieno carico di 70.000 tonnellate, il sistema propulsivo è simile a quello del Liaoning.

Le portaerei rappresentano lo strumento principale per assicurare la supremazia nel contesto della guerra aero-navale e proiettare potere marittimo dal mare sul territorio. A tal proposito, la formula STOBAR (Short Take-Off But Arrested Recovery) del Liaoning e del Shandong rende assai problematico il decollo di caccia (J-15) a pieno carico di armamenti per missioni d’attacco, limitandone l’impiego alla sola difesa aerea.

Impossibile, quindi, ipotizzare qualsiasi paragone con le capacità offensive/difensive delle CVN a propulsione nucleare della U.S. Navy (attualmente su 11 gruppi), dotate anche di catapulta elettromagnetica tipo EMALS (ElectroMagnetic Aircraft Launch System), come nel caso della portaerei Ford.

Questo sistema non dovrebbe essere adottato dalle future portaerei cinesi (tre in costruzione), in quanto anch’esse saranno equipaggiate con un apparato propulsivo convenzionale, mentre le catapulte del tipo EMALS richiedono un consumo assai elevato di energia che può essere soddisfatto solo da un reattore nucleare. Le prossime portaerei cinesi (probabilmente avranno un dislocamento di 85.000 tonnellate) saranno tuttavia dotate di un sistema di lancio tramite catapulte convenzionali a vapore e appontaggio mediante cavo d’arresto (CATOBAR), ciò consentirà ai caccia imbarcati J-15 (foto) un incremento significativo sia in termini di carico bellico che di autonomia.

Foto: Ministry of National Defense of the People's Republic of China