Nel mese di giugno, il capo del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha dichiarato che non vi sarebbe "alcuna possibilità" di arginare la marea di combattenti.
Il canale Furat Media
Attraverso la nuova arma mediatica un gruppo militante ha dichiarato l'istituzione di una nuova provincia del Califfato nel Caucaso settentrionale, all'interno della stessa Federazione russa.
Tra le decine di video prodotti professionalmente sotto il titolo di Unione dei Mujahideen del Caucaso, si trovano interviste con militanti russofoni in Iraq e Siria.
Le precedenti pubblicazioni in lingua russa erano frammentarie e la maggior parte dei video derivavano da originali in arabo doppiati o sottotitolati, molti dei quali prodotti al di fuori del territorio del Califfato.
Furat da circa un mese pubblica video sottotitolati di militanti dell'ISIS, DVD, e propaganda in lingua russa dall'interno di Siria ed Iraq.
Nonostante i giri di vite contro gli account pro-Isis di Twitter e Facebook, il numero di pubblicazioni e condivisioni di materiale jihadista è vasto. Il Bookings Institute ha stimato in oltre 46.000 gli account sostenitori dello Stato Islamico a fine 2014.
Furat ha finora resistito alle censure ufficiali. Un account Facebook è stato bloccato ma, dopo poco più di una settimana, uno nuovo aveva già quasi 250 membri.
Fonte: The Guardian