Signal Intelligence: evoluzione e prospettive future

(di Davide Francesco Ricciardi)
14/08/24

La Signal Intelligence, comunemente abbreviata in SIGINT, è un disciplina intelligence consistente nella ricerca ed elaborazione di notizie di interesse per la sicurezza originate da segnali e/o emissioni elettromagnetiche provenienti dall’estero1, comunemente suddivisa in due principali branche: COMINT e ELINT: la prima legata ai sistemi di comunicazione, la seconda diversa dalle comunicazioni (ad. es., emesse da un sistema radar o da un sistema d’arma).

Condotta attraverso l’uso di tecnologie avanzate, la SIGINT permette di monitorare, decrittare e analizzare comunicazioni radio, telefoniche, di rete o alcuni tipi di segnali elettromagnetici, offrendo una finestra privilegiata sulle attività e le intenzioni di potenziali avversari o minacce. Nella sua applicazione moderna, è una componente imprescindibile per i comparti intelligence di molti paesi, compresa l’Italia che, al riguardo, ha recentemente investito nell’acquisizione di otto velivoli dotati di tecnologie all’avanguardia e progettati per intercettare e analizzare segnali elettronici, fornendo così un supporto essenziale alle attività di intelligence e nelle operazioni della difesa2. Questo importante investimento, si parla di 1,2 Mld. di euro, è una chiara dimostrazione che la SIGINT rivesta un’ampia priorità per il Paese3.

Questo settore dell’intelligence che, come vedremo, in molti casi è legato a doppio filo con l’attività di decrittazione, non è una disciplina nata ieri. Le sue radici affondano in episodi storici di grande rilevanza come quello rappresentato dall’operazione “Ultra”, durante la Seconda Guerra Mondiale. L’obiettivo principale di tale operazione fu la decrittazione delle comunicazioni cifrate con la macchina Enigma, utilizzata dai tedeschi per trasmettere ordini e messaggi operativi. Il successo degli Alleati nell’intercettare e decrittare tali messaggi rappresentò un colpo significativo per le forze dell’Asse e contribuì in modo sostanziale ad abbreviare la durata del conflitto.

La SIGINT si rivelò determinante anche durante la Guerra Fredda, quando le principali potenze, espressione del bipolarismo di quegli anni, si impegnavano in una continua sorveglianza reciproca delle comunicazioni elettroniche per ottenere vantaggi strategici. In tale quadro, infatti, si colloca la vicenda Echelon, allorquando, nel 1996, con la pubblicazione in Nuova Zelanda del libro di Nicky Hager (Secret Power: New Zealand’s role in the international Spy Network), le notizie su c.d. sistema Echelon hanno concretamente cominciato a circolare e a consolidarsi in Europa a partire dal 1998, in seguito alla presentazione dello studio commissionato dallo Scientific and Technical Option Assessment Office (STOA) del Parlamento europeo. Lo studio, intitolato “Una valutazione delle tecnologie di controllo politico”, ha espresso alcune posizioni sul sistema di sorveglianza globale Echelon4.

Tale sistema, secondo lo studio in argomento, avrebbe costituito uno strumento di sorveglianza a livello mondiale, progettato e coordinato dall’americana NSA (National Security Agency), il quale avrebbe intercettato email, fax, telex e telefonate internazionali che transitano via satellite, sin dai primi anni ’80. Esso fa parte, dunque, degli sviluppi successivi alla Guerra Fredda, fondati sull’accordo britannico-americano cui partecipavano sin dal 1948 anche Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Nel corso degli anni, la SIGINT ha subito una notevole evoluzione, adattandosi ai cambiamenti tecnologici e al nuovo panorama delle comunicazioni globali ed è per questo che oggi viene condotta tramite l’impiego di sofisticati strumenti in grado di intercettare una vasta gamma di segnali elettronici, dai tradizionali segnali radio alle comunicazioni via satellite, fino alle trasmissioni su reti di dati avanzate.

In Italia, le attività SIGINT sono regolate da un quadro normativo ben definito, che assicura il rispetto delle leggi e i diritti dei cittadini. In particolare, l’art.8, co. 2-bis, del Decreto Legge n. 7 del 18 febbraio 20155, dispone che sia “affidato all’AISE il compito di svolgere attività di informazione, anche mediante assetti di ricerca elettronica, esclusivamente verso l'estero, a protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali della Repubblica italiana. Il Presidente del Consiglio dei ministri informa il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica con cadenza mensile circa le attività di ricerca elettronica”. Pertanto, la collaborazione tra l’intelligence e le Forze Armate è fondamentale per garantire l’efficacia delle operazioni di SIGINT e per rafforzare la sicurezza del paese.

Come accennato, questa branca dell’intelligence non si limita soltanto all’intercettazione delle comunicazioni tra individui o organizzazioni, ma include anche l’analisi di segnali elettronici di vario genere. Ad esempio, essa può coinvolgere lo studio dei segnali radar emessi da sistemi di difesa aerea, la sorveglianza delle emissioni elettromagnetiche di dispositivi elettronici, e persino la raccolta di dati dai satelliti spia. Queste capacità consentono di ottenere un quadro molto dettagliato delle attività e delle capacità di potenziali avversari, contribuendo a consentire agli stakeholder di assumere decisioni strategiche e operative più corrette.

L’evoluzione della SIGINT, come tutti gli ambiti strettamente connessi alla tecnologia, continua a ritmo sostenuto, soprattutto negli ultimi anni segnati da alcune svolte epocali. Su tutti l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) che, insieme al machine learning, offre nuove possibilità per l’analisi automatizzata dei segnali, permettendo di identificare pattern e minacce in modo più rapido ed efficiente.

Infatti, laddove non sia possibile conseguire risultati attraverso tecniche di crittoanalisi, l’IA consente di porre in correlazione i metadati delle comunicazioni e identificare ambiti relazioni d’interesse. Allo stesso modo, l’integrazione di tecnologie cyber con la SIGINT tradizionale sta aprendo nuove frontiere nella raccolta e nell’analisi delle informazioni.

La storia, l’attualità e le proiezioni future dimostrano l'importanza di questa disciplina nel proteggere gli interessi nazionali, nel prevenire minacce alla sicurezza e nell’ottenere vantaggi militari in operazioni e ciò, c’è da scommetterci, sarà ancora più vero nell’imminente futuro.