Una base in Africa settentrionale – secondo il giornale americano - colmerebbe le lacune di intelligence ad oggi evidenziate.
Emerge dell’altro. Sappiamo che i droni americani partono dalla Naval Air Station di Sigonella, in Sicilia, ma secondo il Journal, la maggior parte delle missioni sono regolarmente annullate a causa della frequente copertura nuvolosa sopra il Mediterraneo (oltre agli ostacoli legati proprio alle condizioni climatiche della zona).
Gli Stati Uniti potrebbero usare le basi nel Niger, come quelle di Agadez e Niamey ed in Gibuti, ma sono ritenute troppo distanti dalla Libia per conferire un reale vantaggio di intelligence.
Fino a quando non ci sarà una forma di coesione politica, la Libia continuerà a vivere nel caos. Attualmente, non c'è un governo di unità nazionale, mentre sono numerose le milizie rivali che si contendono il paese. Cellule dello Stato islamico, infine, sono attive nell’est della Libia.
Se gli Stati Uniti dovessero aggiungere nuovi hub in nord Africa, potrebbero aumentare enormemente la portata delle loro operazioni, ad oggi limitate.
Franco Iacch
(foto: NATO)