Una formazione composta da sette An-124 russi è atterrata nella base aerea di Latakia, città portuale sul Mediterraneo, in Siria. Altre due navi da sbarco sono arrivate nella base di Tartus, potente avamposto navale russo siriano, con decine di blindati e 50 fanti di marina. Ed è solo un assaggio delle forze che i russi potrebbero schierare tra poche ore, considerando le due flotte da guerra operative, quella del Mar Nero e del Mar Mediterraneo, nella Regione.
Si complica e non di poco lo scacchiere siriano dopo il fallimento, ormai acclarato, della strategia dell’amministrazione Obama per quella auspicata destituzione pacifica di Bashar Assad in favore di un governo democratico. Il presidente non solo è al potere (sebbene metà del suo paese non sia sotto il suo reale controllo), ma ha ricevuto sostegno politico e militare dall’alleato storico: Mosca.
L’arrivo dei russi ha dimostrato il fallimento dell’intera strategia americana in Siria: dalla forza ribelle moderata addestrata ed equipaggiata dagli USA, agli sforzi per risolvere la guerra in corso. Forze russe sarebbero già impegnate in supporto alle truppe di Assad.
Secondo il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, i rifornimenti militari inviati in Siria rientrano sotto la voce “contratti esistenti”. Ha anche aggiunto che “Mosca continuerà ad aiutare il governo siriano, equipaggiando l'esercito con tutto ciò che sarà necessario per scongiurare un possibile scenario libico”.
Verosimilmente, Mosca sta preparando una potente forza terrestre (non sono da escludere specnaz che erano già pronti per entrare in azione in Egitto) supportata da elicotteri d’assalto pesanti. Questo rappresenta il primo teatro operativo della nuova Russia di Putin. Aspettiamoci, quindi, massicci rinforzi in arrivo nelle prossime ore, anche se non è chiaro quanto la Russia sia disposta a rischiare per proteggere Assad.
E la strategia americana, oggi è più confusa che mai. Per capire quanto il Pentagono sia ancora indeciso sulla “nuova” questione siriana, sarebbe opportuno citare un dato. Il Congresso americano ha investito 42 milioni di dollari per addestrare una forza ribelle moderata. Quel programma, ad oggi, ha consentito di addestrare 54 combattenti. Soldati che, secondo il Pentagono, sono stati uccisi. Anche se fossero ancora attive (in attesa degli altri ancora in addestramento), queste unità non hanno mai rappresentato una credibile forza operativa in Siria.
Appare evidente che questo sia un ottimo momento per Assad, potenzialmente pronto a rafforzare la sua posizione con il coinvolgimento russo. Forse, con il senno di poi, le forze USA si sarebbero dovute liberare del leader siriano in tempi non sospetti, magari sostenendo il Free Syrian Army ed una no-fly zone.
Forse. Adesso i russi sono scesi in campo.
(foto: archivio MoD Fed. russa)