La Russia continuerà a fornire equipaggiamenti militari per potenziare le capacità di difesa dell’esercito regolare siriano. E’ quanto ha dichiarato, pochi minuti fa, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Quanto da noi ipotizzato poche ore fa, quindi, è stato confermato.
I sette aerei cargo atterrati presso l’al-Assad International Airport, a sud di Latakia e le due navi da sbarco giunte nella base di Tartus, rappresentano soltanto l’inizio di un possibile schieramento russo operativo. Se è vero, infatti, che da un lato i russi continuano ad affermare che l’intervento in Siria è logistico (in virtù del rispetto dei contratti già siglati), dall’altro appare evidente che oltre ai tecnici, Mosca invierà una forza combattente per proteggere i propri uomini.
Decine di blindati BTR-82A russi sono sbarcati sulle coste siriane e potrebbero già essere in battaglia contro l’Isis, mentre le ultime immagini satellitari confermano la media dei voli cargo che atterrano a Latakia, stimati in quattro al giorno. Attività aumentata nelle due flotte da guerra che i russi hanno nella Regione. Proprio dal mare, i russi (considerando il numero delle unità in zona) possono inviare una potente forza da sbarco anfibia, in tempi ben più celeri rispetto alla controparte americana.
"Posso dire ancora una volta che i nostri militari sono lì per effettuare la manutenzione delle apparecchiature russe ed istruire l'esercito siriano. Continueremo a garantire il supporto logistico al governo siriano ed assicureremo loro la capacità di difesa necessaria per affrontare la minaccia terrorista”. Il ministro ha sottolineato che la Russia non sta sostenendo il presidente siriano Bashar Assad, ma piuttosto ”la lotta di Damasco contro lo Stato islamico”. Inoltre ha invitato i paesi della coalizione internazionale a cooperare con l'esercito siriano contro il gruppo estremista di matrice islamica.
Ha aggiunto (strategicamente) Lavrov, facendo eco a quanto dichiarato ieri dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "E 'necessario, naturalmente, interagire con le forze di terra. L’unica forza di terra efficiente e potente contro lo Stato islamico è l'esercito siriano. Il coordinamento è necessario per evitare incidenti”.
Fin dal 2011, le forze fedeli ad Assad combattono contro diversi gruppi di opposizione, alcuni dei quali estremisti radicali come il Fronte al-Nusra e lo Stato islamico. Dall'inizio della guerra civile in Siria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'opposizione siriana moderata, chiedendo le dimissioni di Assad. La Russia, invece, ha riconosciuto Assad come l'unica autorità legittima della Siria.
Paradossalmente, quello che sta avvenendo in Siria potrebbe avere ripercussioni in Ucraina e Bulgaria. Entrambi i paesi, infatti, hanno negato il diritto di transito attraverso i rispettivi spazi aerei per tutti i velivoli russi diretti in Siria. L’Ucraina, secondo i russi, è ormai una pedina degli Stari Uniti.
Kiev ha chiuso lo spazio aereo dietro pressione degli Stati Uniti – ha dichiarato Leonid Slutsky presidente della commissione della Duma per gli Affari della CSI, l'integrazione eurasiatica e le relazioni con i connazionali all'estero – quindi non aiutando noi, sono complici dello Stato islamico. La chiusura dello spazio aereo ucraino non diventerà un ostacolo, troveremo un modo per aggirarlo, così come avvenuto con la Bulgaria.
Gli USA starebbero facendo pressioni anche per interdire lo spazio aereo greco. L’Iran, invece, ha autorizzato il proprio spazio aereo per tutti i velivoli russi diretti in Siria. Sarebbe opportuno rilevare che i russi, in Siria, hanno un vero e proprio campo prefabbricato, in grado di ospitare oltre mille soldati.
In realtà, i rapporti tra Siria e Russia, negli ultimi 60 anni, non sono mai cambiati. Mosca ha sempre fornito armi, consulenti ed attrezzature militari. Tra il 2009 ed il 2011 la Russia garantiva il 71 per cento di tutte le forniture militari siriane, la maggior parte delle quali dedicate ai sistemi di difesa aerea. E potrebbe essere ancora più facile, infine, prevedere cosa potrebbe accadere nelle prossime ore. Perché i russi sanno perfettamente che stanno andando in guerra. Dopo aver ammassato truppe e mezzi pesanti, Mosca potrebbe decidere di inviare elicotteri pesanti e da trasporto.
L’intervento russo, dopo l’attivazione di una linea di difesa terra-aria (non di certo pensata per l’Isis), culminerà con l’invio di una forza aerea combattente CAS. Da quel momento in poi, i russi potrebbero entrare in guerra contro lo Stato islamico in qualsiasi momento a difesa degli interessi alleati. E Damasco, come sappiamo, ha ben più di un nemico.
Mosca, infine, ad oggi ha confermato l’assenza di truppe combattenti in Siria: tradotto significa che reparti ombra russi potrebbero già essere in azione (da settimane).
(foto: archivio MoD Fed russa / SANA)