Dopo la scioccante ammissione (“rimangono quattro o cinque siriani del nostro programma”), il Pentagono sta rielaborando la sua intera strategia che non prevede più la formazione completa di unità ribelli.
La Casa Bianca sperava di addestrare 5400 siriani l’anno per una forza che avrebbe dovuto annoverare 15 mila effettivi entro il 2017. La nuova strategia prevede la formazione, ad opera delle forze speciali USA, di 500 operatori JTAC (Joint terminal attack controller) in grado di coordinare gli attacchi aerei in ruolo di Close Air Support direttamente sul campo.
L’obiettivo è quello di fornire supporto alle forze paramilitari già presenti in Siria come lo YPG, composta da curdi siriani attivi nel nord del paese.
Per addestrare 54 ribelli, il Pentagono ha speso 41,8 milioni di dollari. L’unità, entrata per la prima volta in azione lo scorso luglio, oggi annovera 4 o 5 effettivi. Alcuni sono stati uccisi, altri catturati. La maggior parte di loro sono fuggiti durante gli scontri con i miliziani del Fronte al-Nusra, affiliato siriano di al-Qaeda. Altri ancora, infine, ritornati a casa per la fine del Ramadan, non hanno mai ripreso servizio.
Il Pentagono oggi ammette lo spreco. “Come sono stati spesi quei 42 milioni di dollari? Semplice, fornendo loro il kit più costoso che potessimo dargli: dune buggy, Ar-15, giubbotti antiproiettile, visori notturni, caschi, stivali, ogni tipo di equipaggiamento".
(foto: US DoD)