I contenuti di questa rivista, che apparse per la prima volta nel 2010, per quanti decidessero di leggerla anche solo per una volta, gelano il sangue. E’ uno dei tanti strumenti utilizzati da Al Qaeda, per suscitare reazione nei fondamentalisti sparsi per il mondo. Non avendo un vero e proprio esercito per combattere in campo aperto, Al Qaeda mira alla creazione di piccole unità non rintracciabili, cellule del tutto insospettabili che fanno del proprio anonimato l’arma migliore. Le bombe alla maratona di Boston, hanno ancora una volta dimostrato l’efficacia degli attacchi asimmetrici.
Il magazine on line fu scoperto per la prima volta nel luglio del 2010 dal SITE, l’Istituto nazionale per la ricerca di entità terroristiche internazionali. Nacque come strumento per tradurre in lingua inglese i messaggi di Osama Bin Laden per i musulmani in Inghilterra ed America. Ma non solo. L’obiettivo della rivista Inspire è giustificare gli attentati, producendo una letteratura alternativa alla realtà raccontata dagli occidentali.
Nella rubrica chiamata "Open Source Jihad", gli autori di Inspire cerano di motivare ed istruire gli aspiranti jihadisti, coloro che non hanno la possibilità di ricevere una formazione specifica. Il “Lone Wolf” o lupo solitario è probabilmente una delle armi più letali della strategia asimmetrica. Il “Lupo Solitario” infatti, è quasi sempre il vicino della porta accanto. In questa edizione, agli aspiranti jihadisti viene spiegato come organizzare un attentato con un'autobomba.
Gli attentati alla maratona di Boston avvenuti aprile lo scorso anno – scrive l'editore della rivista Yahya Ibrahim – è stato portato da elementi che hanno ricevuto un addestramento minimo, ma anche voi potete emulare queste azioni, senza alcuna formazione. Ibrahim schernisce i funzionari dell'antiterrorismo, aggiungendo che il governo americano non è riuscito a fermare gli attentati alla Maratona di Boston, con bombe alloggiate dentro delle pentole a pressione. Abbiamo molti fratelli pronti – aggiunge Ibrahim – e tutti devono sapere come fare delle autobombe "...e compiere il loro dovere nella jihad".
L'autore, soprannominato "AQ Chef" (ai terroristi non è mai mancato il senso dell'umorismo), spiega come assemblare una granata con semplici articoli per la casa come bombole a gas e chiodi. Il dispositivo può essere impostato dal "martire", da un timer o con un detonatore a distanza.
In questo numero di Inspire però, gli autori offrono anche consigli su come evitare di essere scoperti dalle autorità. Preparate l'autobomba poche ore prima dell'operazione – scrive lo “Chef” - così nessuno potrà accusarvi di preparare un attentato e ricordatevi di distribuire tutti gli “ingredienti” per casa.
L'autobomba – aggiunge lo "Chef" – serve per uccidere le persone, ma non per distruggere gli edifici. Pertanto cercate occasioni specifiche come le campagne elettorali o le feste di beneficenza.
L'America, continuano su Inspire - è il nostro primo obiettivo, seguito dal Regno Unito, Francia e dagli altri paesi occidentali. Washington DC, New York, Virginia del Nord, Chicago e Los Angeles sono tutte elencate come le città preferite per compiere un attentato. Ma se Al Qaeda è tristemente nota per la sua volontà di colpire target di alto profilo o obiettivi simbolici, Inspire consiglia di colpire località banali.
Ristoranti e bar ad Arlington ed Alexandria, in Virginia, sono visitati da "personalità di alto profilo " durante il fine settimana e sono ottimi target. Nel Regno Unito ed in Francia i target sono gli stadi e le mete turistiche.
Inspire suggerisce anche i migliori periodi dell'anno per un attacco terroristico e suggerisce il Natale come occasione propizia per uccidere infedeli. Travestitevi da Babbo Natale – si legge – e fatevi saltare in aria.
Nella rivista, disponibile soltanto on line ed in formato pdf nonostante i tentativi degli hacker americani di bloccare ogni sua diffusione, trovano poi spazio altri articoli come quello postumo del martire Anwar al Awlaki, ucciso da un drone Usa nel settembre del 2011.
Abdulilah Shaye, giornalista freelance, cerca di mostrare l'influenza della propaganda di Al Qaeda. Shaye, che è stato detenuto nello Yemen per tre anni, accusa il presidente Obama. Shaye sostiene che Obama ha ordinato la sua incarcerazione per tenere segreto un presunto "massacro americano" di donne e bambini avvenuto nel sud dello Yemen.
Il teologo Ibrahim Rubaish infine, analizza l'affermazione di Obama “...che Al Qaeda sarebbe sulla via della sconfitta". Rubaish cita la chiusura di più di 20 impianti diplomatici statunitensi nell'agosto scorso, a riprova della falsità delle dichiarazioni di Obama.
Franco Iacch