Continua, nonostante la pandemia da COVID 19, l’attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima in Oceano Indiano della fregata Carlo Bergamini. La nave della Marina Militare, che ha lasciato il porto di Taranto lo scorso 8 febbraio, è parte della flotta europea impegnata nell’Operazione Atalanta di contrasto alla pirateria.
Nave Bergamini opera nelle aree di interesse e nei corridoi di transito delle unità mercantili con compiti di prevenzione e contrasto alla pirateria marittima, in collaborazione con le altre Forze Navali presenti nell'area.
Per esprimere efficacemente le sue capacità, la nave deve mantenere un elevato livello di addestramento. Pertanto, nell’ambito del pattugliamento, l’equipaggio svolge continuamente le attività di addestramento di team e individuale. A bordo, infatti, si sono tenute esercitazioni che hanno coinvolto l’equipaggio e i team funzionali imbarcati.
In particolare, i fucilieri della brigata marina San Marco hanno effettuato movimenti tattici a bordo dell’unità e si sono addestrati all’uso a caldo delle armi; i palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) hanno simulato la distruzione, tramite contro-carica, di un Water Bomb Improvised Explosive Device (WBIED), effettuando il rilascio di operatori dall’elicottero. Piloti e operatori di volo si sono addestrati all’impiego delle contromisure per la difesa in caso di attacco missilistico, effettuando un lancio di flares dall’elicottero SH-90A.
Anche i team funzionali di bordo hanno continuato ad addestrarsi nelle principali forme di lotta e nel contrasto agli incendi. Un’occasione particolare di addestramento per l’equipaggio è venuta dal rifornimento in mare, effettuato con la rifornitrice americana USNS Wally Shirra.