Rispondere alla necessità improrogabile di sangue ed emoderivati per poter fronteggiare contemporaneamente un'emergenza come quella rappresentata dal virus Sars-CoV-2, che rischia di provocare un calo delle scorte nel paese e di quelle per le migliaia di persone rimaste ferite nella tragica esplosione del 4 agosto scorso che ha devastato l'area del porto di Beirut. Sono queste le ragioni che hanno spinto i “caschi blu” del contingente italiano ad organizzare una raccolta straordinaria di sangue.
Sentimenti di riconoscente gratitudine per la riuscita dell'iniziativa sono stati espressi dal coordinatore della Croce Rossa per il Sud del Libano, Ali Saad, a conferma dello storico legame di amicizia e vicinanza esistente tra il Libano e l'Italia. “La donazione odierna è un gesto spontaneo, espressione di supporto concreto alla popolazione libanese che va ben oltre le parole”, ha affermato Ali Saad.
“Il sangue è indispensabile per salvare la vita di chi lo riceve soprattutto in un periodo in cui le banche del sangue si svuotano ed occorre sopperire alla carenza di emoderivati quale reale necessità a seguito della disgrazia di Beirut. Sono numerosi, infatti, i pazienti che vengono trasfusi ogni giorno negli ospedali del Libano, molti dei quali sono persone rimaste coinvolte proprio nella spaventosa esplosione che ha investito il porto e diversi quartieri limitrofi della capitale”.
Il generale Andrea Di Stasio, comandante del contingente italiano di Unifil, ha invece sottolineato come la donazione di sangue rappresenti “una delle tante espressioni di vicinanza dei caschi blu italiani nei confronti del popolo libanese, ma soprattutto un gesto di vera amicizia che abbiamo sentito in questo particolare momento di bisogno che sta attraversando il paese. Nonostante i rischi legati al Covid-19, non possiamo, né tantomeno vogliamo fermare le nostre attività, perché proprio questo è per noi il momento in cui dobbiamo essere vicini al Libano e supportarlo per superare insieme ogni difficoltà”.
Analoghe iniziative, coordinate dai militari della cooperazione civile-militare, saranno infatti intraprese nelle prossime settimane con l'avvio di un programma di donazioni periodiche da parte dei “caschi blu” di altre nazioni che operano sotto il comando italiano di Unifil.