Oggi si conclude il primo atto della seconda fase addestrativa, denominata “Rising”, del battle group della NATO schierato sul territorio Ungherese nell’ambito dell’operazione Forward Land Forces.
L’esercitazione Colossal Freedom ha visto la partecipazione di circa quattrocento militari e centotrenta veicoli (civili e militari) appartenenti alla brigata alpina Julia dell’Esercito, alla 11° brigata meccanizzata ungherese e a una componente della Military Police Croata. Le unità in campo hanno potuto mettere in atto le procedure tecnico-tattiche sviluppate nella fase “Prime” e perfezionare la pianificazione e la condotta di attività offensive in scenari complessi.
L’intera attività addestrativa è stata coordinata dallo staff multinazionale del battle group NATO, di base presso la città di Várpalota, ma per tutta la durata delle operazioni dislocato all’interno della base di Camp Croft. In questo contesto si è dimostrata fondamentale la stretta collaborazione tra i national contingent commanders che hanno assicurato la leadership congiunta delle unità sul campo, ottimizzando il risultato operativo e permettendo lo sviluppo di una manovra lineare.
La compagnia di manovra italiana, inserita all’interno del battle group, ha partecipato schierando sul terreno due plotoni di fanteria, un plotone mortai pesanti e un team di tiratori scelti del 5° reggimento alpini, un plotone guastatori del 2° reggimento genio guastatori, una sezione d’artiglieria con FH-70 del 3° reggimento artiglieria da montagna e un plotone esplorante dotato di blindo Centauro del Piemonte Cavalleria (2°).
In un dispositivo così articolato caratterizzato da un’elevata dispersione delle forze in campo, diventa importante la fasatura della manovra e il coordinamento del fuoco sia diretto che indiretto. In questo contesto il comandante della manovra può avvalersi del supporto degli operatori droni del 3° reggimento supporto targeting “Bondone” e quello del team JTAC (Joint Terminal Attack Controller) italiano per cadenzare il fuoco degli obici semoventi FH-70 e della componente mortai pesanti 120mm Thomson con la terza dimensione.
Lo stesso JTAC, al termine dell’attività del fuoco indiretto, ha guidato l’intervento dell’areo da combattimento ungherese Saab JAS 39 Gripen per lo sviluppo di un’attività denominata SEAD (Suppression of Enemy Air Defences).
L’intera esercitazione si è svolta nell’area addestrativa ungherese che si snoda tra il poligono di “Zero point” e il poligono di “Koros Hill", a circa quindici minuti dalla base di Camp Croft (Veszprém).