Il capo di stato maggiore dell'esercito, già comandante della missione UNIFIL dal 2007 al 2010, ha ricevuto un aggiornamento della situazione nell'area di responsabilità.
Il generale Portolano ha evidenziato "che sebbene il settore di UNIFIL sia stabile, la minaccia portata al Libano dai gruppi armati riconducibili all'ISIS o filo qaedisti, ha imposto un incremento delle attività di controllo del territorio, in cooperazione con le forze armate libanesi, in particolar modo nel settore orientale dell'area di responsabilità, quello più sensibile alla luce dei recenti scontri tra drusi e ribelli, sul versante siriano del Monte Hermon".
Il comandante di UNIFIL ha, poi, illustrato i progressi effettuati dalla missione sui vari progetti iniziati dal generale Graziano nel corso del suo mandato, con particolare riferimento all'"incontro tripartito'', meccanismo di confidence building tra il Libano e Israele, avviato in seguito alla ratifica della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e reso operativo proprio dall'attuale capo di stato maggiore dell'esercito.
Salutato il personale italiano presente nella base di Naqoura, il generale Graziano, si è recato in visita a Shama, al contingente nazionale su base brigata "Pinerolo", ove, accolto dal comandante del settore ovest, generale di brigata Stefano Del Col, ha ricevuto un aggiornamento sulla attuale situazione operativa del settore a guida italiana.
Nel suo discorso, il capo di stato maggiore dell'esercito ha sottolineato "State facendo bene, lo riconoscono le parti in causa, lo riconoscono i libanesi e lo riconoscono i nostri alleati. Siamo qui per mantenere e garantire le condizioni di pace. Pace che non è priva di rischi, bisogna sempre essere vigili e conservare al massimo il rigore, l'attenzione e la capacità di reazione.
State rappresentando l'Italia, garantendo la sicurezza internazionale, siate orgogliosi di quello che fate indossando il basco azzurro delle Nazioni Unite. Sappiate essere sempre degni delle stellette che indossate, nel rispetto di quanto è stato fatto fino ad oggi da chi vi ha preceduto e ancor di più nel rispetto dei molti caduti italiani nelle missioni di pace".
Fonte: UNIFIL