Missione bilaterale italiana di assistenza e supporto in Libia: al generale Fraterrigo subentra il parigrado Missaglia

(di COVI)
19/09/23

Il generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo, comandante operativo di vertice interforze (COVI), ha concluso ieri una visita di due giorni in Libia, dove ha presieduto la cerimonia di avvicendamento al comando della Missione bilaterale italiana di assistenza e supporto, la cosiddetta MIASIT.

La cerimonia ha sancito il formale passaggio di consegne tra il generale di brigata Michele Fraterrigo (Esercito Italiano) - alla guida del contingente dal settembre del 2022 - e il parigrado Dario Antonio Missaglia (Aeronautica Militare).
Presenti all’evento odierno l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Gianluca Alberini, l’addetto militare per la Difesa, capitano di vascello Francesco Marino, rappresentanze diplomatiche e diverse autorità civili e militari.

Il generale Figliuolo ha portato ai militari italiani il saluto del ministro della Difesa Crosetto e del capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Cavo Dragone. Li ha quindi ringraziati per la professionalità e la dedizione messe in campo nel complesso scenario libico, sottolineando la sempre maggiore centralità che la MIASIT e le Forze Armate stanno assumendo nel quadro della più ampia presenza italiana nel Paese africano e nel Mediterraneo Allargato, quadrante di importanza strategica per l’Italia.

La visita del comandante del COVI in Libia avviene a pochi giorni dall’alluvione che ha colpito l’area di Derna, nella regione della Cirenaica, dove in questo momento si concentrano gli sforzi anche delle Forze Armate italiane, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa per fornire supporto alle Autorità libiche, per prestare i primi soccorsi e aiutare la popolazione a far fronte alle necessità primarie.

“Con il popolo libico”, ha evidenziato il generale Figliuolo nel corso del suo intervento, “abbiamo da sempre rapporti di scambio, di vicinanza e di amicizia, per cui il nostro impegno qui deve proseguire senza esitazioni e con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, a livello di sistema-Paese, dunque con la presenza delle nostre Forze Armate sul terreno e in sinergia con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale”.

Con la visita a Tripoli e Misurata, il generale Figliuolo, accompagnato da una delegazione del COVI, ha incontrato i militari del contingente italiano e diverse personalità militari del Paese africano. Insieme all’ambasciatore Alberini, ha infatti raggiunto la località di Abu Sittah per un incontro con il capo di stato maggiore della Difesa, il generale Mohammed el-Haddad, al quale il generale Figliuolo ha manifestato la proprio vicinanza per il difficile momento che il popolo libico sta attraversando. Tra i temi discussi, la pluriennale cooperazione tra Italia e Libia relativamente alle attività di addestramento e di formazione delle Forze di sicurezza e delle Forze speciali locali.

Ieri mattina, al termine della cerimonia militare a Tripoli, la delegazione del COVI ha raggiunto il nuovo compound che ospita i militari italiani della MIASIT nella città di Misurata. La visita è proseguita nell’adiacente Accademia Aeronautica per un incontro con il comandante dell’Istituto, il maggior generale Raajb Egsabaat.

L'incontro con il generale el-Haddad

“Grazie per tutto quello che l’Italia ha fatto e sta facendo per noi. Siamo felici di ricevervi, perché in questo momento di difficoltà per il nostro popolo abbiamo capito chi sono i nostri veri amici”. Con queste parole il generale Mohammed el-Haddad, capo di stato maggiore della Difesa, ha ricevuto il generale Francesco Paolo Figliuolo nella sede dello stato maggiore della Difesa a Tripoli.

Le parole dell’alto ufficiale libico si riferiscono all’aiuto offerto dall’Italia dopo l’evento che recentemente ha colpito l’area di Derna, nella parte orientale del Paese, ma anche alla cooperazione con la Libia nel settore della formazione e dell’addestramento a favore delle Forze di sicurezza e delle Forze speciali del Paese africano.
Proprio su questo aspetto, alla luce di quanto avvenuto in Cirenaica, Haddad ha proposto al generale Figliuolo di poter avviare al più presto una collaborazione con le Forze Armate italiane per addestrare i militari libici a operare a favore delle popolazioni colpite da calamità come quella in corso. Le Forze di sicurezza libiche – ha commentato Haddad – sono intervenute tempestivamente a Derna ma poiché la Libia non è un territorio solitamente soggetto a calamità naturali di carattere alluvionale o sismico, le Forze che sono intervenute non dispongono di specifiche competenze in materia di disaster relief. Da qui, la richiesta di collaborazione con la Difesa italiana, che invece dispone di un’organizzazione di comando e controllo che fa capo proprio al comando operativo di vertice interforze (COVI) e che si avvale di Forze Armate che nel tempo hanno acquisito specifiche capacità, mezzi e attrezzature all’avanguardia che consentono ai militari italiani di supportare la popolazione nel corso delle emergenze.

L’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Gianluca Alberini e il comandante del COVI hanno voluto sottolineare che l’Italia si muove in Libia con la volontà di favorire la riunificazione e la pacificazione tra l’est e l’ovest, precondizione per conseguire quella stabilità e quella prosperità che il Paese e la sua popolazione meritano. Si tratta di un impegno corale, condotto anche con la componente militare.

L’incontro si è concluso con i saluti ufficiali del generale Michele Fraterrigo, che lascia la guida della MIASIT al parigrado Dario Antonio Missaglia. “Abbiamo conseguito tutti gli obiettivi che il generale Figliuolo ci aveva assegnato dodici mesi fa”, ha detto Fraterrigo, ringraziando lo staff del generale Haddad per la disponibilità ad avviare nuove collaborazioni. Negli ultimi mesi, i Mobile Training Team italiani hanno addestrato i soldati di Tripoli e Misurata partiti per Derna per prestare soccorso alla popolazione, ma anche il personale della polizia militare libica, i militari del “battaglione di sicurezza 166”, addestrati nelle tecniche del metodo di combattimento militare, le Forze Speciali libiche, una parte delle quali ha già raggiunto la caserma “Gamerra” di Pisa per iniziare il corso di paracadutismo.

All’impegno militare italiano nel campo dell’addestramento, si aggiungono i circa 800 mila euro di materiali e attrezzature che l’Italia ha donato alla Libia con fondi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La presenza italiana in Libia

Il contingente militare italiano è stato dispiegato per la prima volta nel 2016 a Misurata, con la Task Force “Ippocrate” e un ospedale militare da campo, durante la fase più critica della guerra in Libia contro il Daesh, per fornire assistenza sanitaria alla popolazione e ai militari libici coinvolti nel conflitto.

Oggi si compone di circa cento militari provenienti dalle quattro Forze Armate, tra personale di staff e addestratori dei cosiddetti Mobile Training Team (MTT).

Nel periodo di attività che va dal 2016 al 2021, il personale italiano dell’Ospedale da campo di Misurata ha eseguito più di 1.000 interventi chirurgici, altrettanti ricoveri e oltre 40.000 prestazioni ambulatoriali. Tra di essi vale la pena ricordare i molteplici interventi pediatrici e il supporto protesico ai numerosi mutilati libici. Sono stati inoltre organizzati e portati a termine più di 100 corsi di formazione medica, infermieristica e di fisioterapia a favore delle strutture sanitarie presenti a Misurata. Non da ultimo, vanno ricordate le numerose donazioni di farmaci e materiali sanitari a favore degli ospedali dislocati nel paese.

Anche grazie al contributo fornito dall’Italia, il sistema sanitario di Misurata ha raggiunto standard di efficienza e di organizzazione tali da poter proseguire autonomamente le proprie attività a favore della popolazione locale.

Le Forze Armate italiane continueranno a essere presenti in Libia e, nel solco dell’amicizia e della cooperazione che hanno sempre contraddistinto la MIASIT negli anni, si impegneranno a incrementare le capacità delle Istituzioni locali, in armonia con le linee di intervento decise dalle Nazioni Unite, mediante supporto tecnico e umanitario, security force assistance e stability policing, agevolando attività di formazione e addestramento sia in Italia sia in Libia.