Dal 4 maggio la missione dell’Unione Europea EUNAVFORMED IRINI ha iniziato le proprie attività in mare nella propria area di operazione con un’unità navale francese e un aereo da pattugliamento marittimo messo a disposizione dal Lussemburgo.
"Alla Conferenza di Berlino, i leader hanno convenuto di lavorare insieme per una soluzione sostenibile della crisi in Libia – ha detto l’alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell - Tuttavia, il conflitto continua a mettere la vita dei libici e l'intera regione a rischio. Un’effettiva applicazione dell'embargo sulle armi delle Nazioni Unite sulla Libia contribuirà a raggiungere un cessate il fuoco duraturo e a promuovere un accordo politico. L'Operazione Irini è quindi un importante contributo al raggiungimento di questo obiettivo. Dimostra l'impegno dell'UE a favore della pace in Libia, anche nei momenti in cui gli Stati membri combattono la pandemia da coronavirus."
“Con la chiusura della Force Generation Conference lo scorso 28 aprile, l’Operazione IRINI ha potuto iniziare le attività in mare con i primi mezzi messi subito a disposizione. A questi si uniranno, a breve, gli altri assetti resi disponibili dagli Stati Membri” ha dichiarato l’ammiraglio Fabio Agostini comandante dell’Operazione dell’Unione europea che esercita le sue funzioni dal quartiere generale situato a Roma nella sede del Centro Operativo Interforze di Centocelle.
Mezzi come la nave francese Jean Bart (foto), sono particolarmente preziosi per l'operazione in quanto hanno la capacità di monitorare sia il traffico marittimo che aereo. Questo doppio possibilità è essenziale per l'attuazione del mandato dell'Operazione nel pieno rispetto della conferenza di Berlino, garantendo imparzialità nel conflitto.
La missione dell’Unione Europea Irini (dal nome greco della dea “pace”) è stata pianificata in pochissimo tempo e lanciata il 31 marzo a seguito di una decisione del Consiglio europeo. Il compito principale è quello di far rispettare l’embargo di armi verso la Libia previsto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. L’Operazione avrà anche i compiti secondari di monitorare il traffico illegale di petrolio dalla Libia, contribuendo a smantellare il traffico di uomini e le attività di contrabbando (attraverso il controllo aereo) e darà assistenza alla formazione della Guardia Costiera e Marina libica.
Il comando in mare (Force Commander) sarà assegnato ogni sei mesi, alternativamente, all’Italia e alla Grecia. La rotazione del Force Commander avverrà assieme alla rotazione della nave ammiraglia.
Inizialmente la missione potrà contare su tre unità Navali (da Francia, Grecia e Italia), un team maltese per l’abbordaggio di unità mercantili e tre aerei da pattugliamento direttamente assegnati (da Germania, Lussemburgo e Polonia) e pressappoco lo stesso numero di assetti in supporto associato.
Lo European Satellite Center (SatCen) garantirà il supporto delle immagini satellitari.
È previsto che anche altri assetti speciali necessari ad assolvere i compiti della missione quali sommergibili, droni (UAVs) e Aerei AEW, saranno resi disponibili a supporto dell’Operazione in maniera non continuativa da parte degli Stati Membri.
Particolare attenzione è stata posta al tema del Coronavirus. Il comandante operativo ha diramato delle linee guida ai Paesi partecipanti, per ridurre il rischio di contagio negli assetti messi a disposizione che dovranno essere comunque dichiarati “COVID-FREE” dallo Stato di bandiera prima di poter essere inseriti nell’operazione.
Foto: Ministère des Armées