Con la concretizzazione di un nuovo progetto di recupero e valorizzazione del sito archeologico di Al-Mina che si trova nell’antica città di Tiro, nel Sud del Libano, i Caschi Blu italiani della missione UNIFIL continuano ad aiutare nella salvaguardia del patrimonio storico/culturale libanese.
I lavori hanno riguardato la manutenzione dell’impianto fotovoltaico di illuminazione esistente e l’ampliamento dello stesso in altre due aree del sito archeologico, una zona di inestimabile interesse che fa parte dei resti archeologici di Tiro, situata nella parte sud-occidentale dell’omonima città fenicia, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1984, contenente resti di epoca greca, romana e bizantina, tra i quali troviamo edifici civili, colonnate, bagni pubblici, strade con mosaici ed il teatro rettangolare. Tra i resti spicca una lunga e imponente strada, fiancheggiata da file di sontuose colonne di un metro di diametro ed otto metri di altezza, pavimentata a mosaico, lunga 175 metri che porta all'antico porto fenicio, chiamato porto egizio perché è esposto verso sud dove si trova l'Egitto.
Il progetto, finanziato con fondi del Ministero della Difesa italiano, sviluppato e portato a termine dalla cellulla CIMIC (Cooperazione Civile-Militare) del comando del settore ovest del sud del Libano, è stato effettuato in stretto coordinamento con le autorità locali, facendo ricorso a manodopera del posto, ed è inserito tra quelli di sostegno alla comunità locale relativamente alle operazioni finalizzate al sostegno e alla conservazione del patrimonio storico/culturale libanese.
L’iniziativa è stata particolarmente riconosciuta e apprezzata dalle autorità libanesi intervenute alla cerimonia di inaugurazione, alla quale ha preso parte il sindaco e il comandante del contingente italiano in Libano, generale di brigata Stefano Lagorio.
Il Contingente Militare italiano, su base brigata aeromobile Friuli, oltre alle operazioni di controllo del territorio fondamentali per l’assolvimento della missione UNIFIL, in virtù della consapevolezza e della sensibilità italiana per l’arte e la cultura, sostiene la comunità libanese anche nella conservazione del patrimonio storico e acheologico.