Considerata come primo tentativo che porterà alla soluzione dell’unità silurante, ebbe uno scarso, breve e irrilevante impiego. Al comando del luogotenente di vascello Antonio Marsich il 5 luglio si porterà a Spezia per svolgere sperimentazioni e prove sotto il controllo della Commissione permanente per gli esperimenti sul materiale da guerra.
[Il siluro, agli inizi, fu molto apprezzato per le sue possibilità d’uso in acque litoranee contro forze navali di blocco o destinate ad azioni offensive contro la costa. Da questo sorse la necessità di disporre di unità siluranti caratterizzate da: piccole dimensioni, minimo dislocamento, bassa sul mare, veloce, poco visibile, capace di operare con caratteristiche di elevata manovrabilità in acque costiere. L’Italia, vista la naturale enorme estensione di coste, nel tentativo di difendersi da eventuali attacchi, iniziò a pensare alla necessità di realizzare delle unità che potessero contrastare l’azione delle torpediniere. Come gli inglesi, che furono i primi, anche gli italiani iniziavano, con il Pietro MICCA, la realizzazione dei futuri cacciatorpedinieri]
Fonte: Marina Militare