Impostato sullo scalo il 16 maggio 1899 con varo il 7 ottobre dello stesso anno, aveva un dislocamento di 320 t e disponeva di un apparato motore su quattro caldaie a carbone che alimentavano due motrici alternative a triplice espansione per complessivi 6000 hp in grado di imprimere una velocità di 30 nodi.
L’armamento era consistente, formato da un cannone prodiero da 76/40 mm, calibro superiore a quello delle torpediniere e cinque da 57/43 mm in impianti singoli mentre i due lanciasiluri da 356 mm costituivano un armamento piuttosto modesto numericamente ma data la loro posizione sull’asse longitudinale, la salva di siluri corrispondeva a quella delle unità similari anche di più moderna costruzione.
Caratteristica delle unità della classe era lo sperone prodiero, fino ad allora adottato solo per le unità maggiori che per quanto potesse apparire superfluo in unità siluranti, si dimostrerà in guerra un ottimo mezzo di offesa contro i sommergibili.
Lo scafo dalle tipiche forme prodiere molto affinate e relativamente basse sul mare dimostrerà nell’esercizio la tendenza a infilare la prora con mare nei quartieri prodieri, come in tutte le unità dalla stessa forma di scafo, ma l’inconveniente sarà ridotto lasciando vuote la carboniere prodiere onde aumentare la spinta.
Nella prova dei fatti, navigazione ogni-tempo, i “Lampo” dimostrarono doti di notevole robustezza sia dello scafo sia delle macchine e sia delle apparecchiature ausiliarie elevando il già positivo grado di affidabilità di esercizio. Costituirono, inoltre - nota importante - il primo significativo ed unico omogeneo nucleo di cacciatorpediniere che consentì alla Regia Marina di allinearsi alle altre principali Marine del mondo.
Fonta: Marina Militare