Il Ferruccio è posizionato in modo da precludere la fuga delle unità turche mentre il Garibaldi si porta a breve distanza dall’ingresso del porto per intimare la resa. Allo scadere dell’ultimatum, il Ferruccio incrocia a lento moto presso la testata del molo foraneo e il Garibaldi penetrato nell’interno del porto per riconoscere gli obiettivi, apre il fuoco e dopo pochi minuti affonda la corazzata Avnillah anche con l’impiego di due siluri e la torpediniera Angora. Portata a termine l’azione, le unità dirigono per eseguire il giorno dopo la ricognizione della rada di Mersin (costa meridionale della Turchia) che troveranno vuota di unità da guerra.
[Il giorno precedente (venerdì 23) il ministro della Marina ordina al comandante in capo delle Forze Navali Riunite di catturare o distruggere le due unità ottomane in porto a Beirut, la cannoniera corazzata Avni Illah e la torpediniera Angora che costituivano una latente minaccia al traffico italiano nel Mediterraneo orientale. Dell’azione è incaricato il contrammiraglio Paolo Thaon di Revel con l’impiego degli incrociatori corazzati Giuseppe Garibaldi (comandante, capitano di vascello Mattia Giavotto), sua nave di bandiera, e Francesco Ferruccio (comandante, capitano di vascello Michelangelo Leonardi) appositamente distaccati dalla 2a Divisione Navale (2a Squadra), in crociera di blocco lungo le coste dell’Anatolia e della Siria e l’incrociatore ausiliario Duca di Genova (comandante, capitano di fregata Luigi Arcangeli) in crociera di vigilanza al largo di Alessandria d’Egitto]
Fonte: Marina Militare