Festa dei parà. Parte la staffetta da Tarquinia.

(di Giampiero Venturi)
15/10/15

La festa dei paracadutisti non è un evento di specialità, ma un tributo al valore. Le contingenze non contano. Quel che vale è il senso, frutto di una condivisione silenziosa e di una passione senza limiti di spazio e tempo.

La “Staffetta degli Ideali” nella sua versione 2015 riparte dal cimitero di Tarquinia, sacrario dei parà caduti sui campi di lancio. Destinazione caserma Gamerra di Pisa, 240 km a nord, dove la fiaccola, passata di mano in mano, diventa la fiamma dell’eterno sacrificio.

Tra asfalto e tempo infame, età e cuori diversi si allineano per un obiettivo comune: un ideale non è una testimonianza fredda; è il passaggio tra il valore di ieri e la fede di oggi.

La staffetta sintetizza al massimo i due ingredienti essenziali che animano noi baschi amaranto: il carattere guascone e il senso del dovere e della disciplina. L’Aurelia è una spina dorsale; la fiaccola in mano è lo spirito che la illumina.

Salutato dal presidente dell’ANPdI di Roma Adriano Tocchi, il generale Carmine Masiello, apre la staffetta dando l’esempio di abnegazione condivisione. Il suo legame con la Folgore è genetico e  anima i tedofori che si alternano poi lungo il percorso, notturno e diurno. Si procede coi passaggi di frazione tra pioggia orrenda e automobilisti che s’accodano, s’interrogano e alla fine s’adeguano col sorriso.

Correre e passare la fiaccola di braccio in braccio è un piacere folle. Nella fatica, nel sorriso che ci identifica sempre, si va! Quando la follia ha un obiettivo sano, si chiama passione. E la passione è nel cuore di noi tutti.

A Pisa ci aspetta qualcosa che va oltre l’anniversario della battaglia di El Alamein. A Pisa ci siamo noi! A Pisa c’è l’Italia sana.