Dodici ragazzi sono stati seguiti nella loro vita professionale missione dopo missione, volo dopo volo, documentando l’evoluzione della padronanza del mezzo. Durante le riprese, durate un anno, la troupe ha seguito passo dopo passo il corso di addestramento per diventare pilota dei elicottero dell’esercito italiano.
Le immagini sono state tutte realizzate in fullHD usando anche action-cams e visori notturne, immagini subacquee ed immagini ad alta quota passando fin sopra le Dolomiti.
Il format di questa serie è stato presentato ieri mattina nella prestigiosa sala della biblioteca militare di palazzo esercito, sede dello stato maggiore, dal generale c.a. Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell’esercito, dal generale b. Adriano Graziani, capo ufficio pubblica informazione e comunicazione di stato maggiore dell’esercito, da Laura Carafoli, SVP Content & Programming Discovery Italia, da Giovanna Montani, produttore Ragù Communication e da Marta Vivacqua, produttore esecutivo Hangar.
Presenti in sala autorità militari e civili che hanno avuto modo di vedere in anteprima la presentazione della puntata di Brothers in Army che andrà in onda questa sera. Un saluto particolare e ringraziamento è andato ai rappresentanti del mondo della tecnologia avanzata del gruppo Finmeccanica che supportano con il loro operato le forze armate italiane.
Il generale Graziano ha sottolineato che Brothers in Army è dedicato al generale di corpo d’armata Giangiacomo Calligaris e al capitano Paolo Lozzi, caduti durante un volo di addestramento nei cieli di Viterbo, il 23 gennaio 2014 e, parlando dei tragici eventi, ha ribadito che “il nostro dovere è far si che se un rischio viene accettato per servizio o per dovere, per difendere il Paese, che non sia mai per carenze di addestramento o per carenza di equipaggiamento, e di questo dobbiamo essere consapevoli”.
Il generale ha poi ringraziato l’amministratore di Finmeccanica, Mauro Moretti, presente in sala, sottolineando che il gruppo “rappresenta quella parte del Paese che ci vuole, che ci mette nelle condizioni di avere sistemi d’arma ed equipaggiamenti idonei, che lavora come noi al servizio del Paese per conseguire questi risultati”.
Durante il suo intervento l’amministratore delegato di Finmeccanica ha ricordato che “non è l’automobile che fa il Paese, sono le tecnologie legate allo spazio e alla difesa” e si è complimentato con i militari che hanno preso parte alla serie, perché grazie a loro ha capito cosa si intende con il termine “brothers” perché vivono “questa esperienza in termini di famiglia”.
Alla realizzazione di Brothers in Army hanno collaborato lo stato maggiore e l’aviazione dell’esercito, con il supporto delle aziende del gruppo Finmecanica che, con tecnologie avanzate, supportano le forze armate italiane: Augusta Westland, Selex ES, Thales Alenia Space e Telespazio.
A questa prima serie, dedicata all'esercito, ne seguiranno poi altre dedicate ad esercitazioni delle altre forze armate: marina militare, aeronautica militare e carabinieri.
Monica Palermo
(foto dell'autore)