Quella notte, già pochi minuti dopo il terremoto, i primi uomini e donne dell’Esercito, coordinati dalla prefettura, cominciarono a portare la loro opera di aiuto alla popolazione colpita dalla grave calamità.
A uscire per primi furono i soldati del 9° reggimento alpini e quelli del 33° reggimento artiglieria che hanno sede proprio nella città delle 99 Cannelle.
Alcuni di questi soldati rientrarono in caserma per intervenire con le squadre di soccorso non appena messa in salvo la famiglia e nonostante la loro stessa casa fosse rimasta distrutta. È il caso del maresciallo Angela Lombardi e del maresciallo Manuele Ciaraglia, marito e moglie che, persa la casa, portarono il figlio in salvo per poi unirsi ai loro reparti per andare in soccorso della gente; nel frattempo il sergente Matteo Botti, che aveva casa in un palazzo completamente sventrato dalla scossa, che dopo aver fatto esfiltrare dall’edificio la propria famiglia rientrava tra le macerie e permetteva (sfondando le porte bloccate degli appartamenti ancora occupati) la messa in salvo di una donna incinta ed un bambino e di 2 uomini, per poi raggiungere la caserma e partecipare agli interventi di aiuto con il proprio reggimento.
Nelle ore successive arrivarono nel abruzzese centinaia di uomini, mezzi, elicotteri ed aerei dell’Esercito per soccorrere la popolazione e si arrivò nella stessa giornata del 6 aprile a quasi 1000 persone della forza armata impiegate nelle operazioni di soccorso alla popolazione.
Lo stesso 6 aprile furono messe a disposizione di chi ne aveva bisogno 10.000 razioni viveri, furono realizzate tendopoli complete a Onna, San Demetrio, Collemagno e Monticchio. Alcuni feriti furono anche trasportati nel reparto rianimazione dell’ospedale militare dell’Esercito “Celio” di Roma.
Il massimo sforzo l’Esercito lo raggiunse l’11 aprile, con 1.406 uomini e donne impegnati, 9 elicotteri (dei quali 4 CH 47 Chinook) e 2 aerei Dornier 228, oltre 40 mezzi speciali del genio per il movimento terra, e più di 170 veicoli da trasporto tattico.
Nelle settimane successive, terminate le operazioni di primo soccorso alla popolazione, i mezzi dell’Esercito hanno rimosso oltre 160.000 tonnellate di macerie.
Oggi i militari dell'Esercito, in attesa che L'Aquila possa presto tornare all’antico splendore, operano nel capoluogo abruzzese, nell'ambito dell'operazione “Strade Sicure” in concorso alle forze dell'ordine per assicurare vigilanza e sicurezza alla cittadinanza.
Fonte: Stato Maggiore Esercito