Elezioni 2018: Roberta Pinotti über alles

(di Andrea Cucco)
25/02/18

"Se devi dire una bugia dilla grossa! Ripetila senza vergogna. Alla fine ti crederanno."

Quello che insegnava il ministro della propaganda nazista sembra essere un mantra attualissimo. Peccato che venga recitato da chi politicamente dovrebbe essere lontano da certe ideologie. È quanto sta mettendo in pratica il ministro della Difesa alias "Roberta Pinotti" nel ricordare la genesi della Legge Navale.

“Abbiamo degli antimilitaristi a comandarci” è il commento comune a quasi tutti i servitori dello Stato che incontriamo da anni. Una diffusa e concorde opinione non è di certo una verità assoluta, tuttavia un giudizio espresso da uomini e donne in divisa di tutte le forze armate può rappresentare un'attendibile e valida “statistica”.

A pochi giorni dal voto cosa si inventa dunque il vertice di un ministero che, solo pochi anni addietro, avrebbe probabilmente sfilato in piazza contro i militari? Sostiene verità opposte ai fatti! Per esempio che la Legge Navale che ha (parzialmente) evitato il tracollo della Marina Militare e danni alle capacità industriali nazionali sia un merito personale e del proprio governo (v.articolo), quando piuttosto dovrebbe rammentare che l'approvazione della seconda parte del finanziamento non è passata proprio quando era effettivamente in grado di assumersene – allora sì – il merito.

Ricordiamo cosa è la Legge Navale di cui la Pinotti si attribuisce il merito. Correva l'anno 2013 quando – ministro della Difesa Mario Mauro in carica – l'allora capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, lancia l'allarme per il “rischio estinzione della flotta”: in 10 anni 50 navi su 60 sarebbero state in disarmo senza rimpiazzi. Sarebbe stata compromessa l'operatività di un'intera forza armata.

La messa in guardia non rimane inascoltata dal governo Letta e dal Parlamento. Alla fine del 2013 nella Legge di Stabilità 2014 viene infatti inserito un provvedimento che autorizza contributi ventennali, scadenzati negli anni, da iscrivere nel bilancio del ministero dello Sviluppo Economico: “Al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale e nel quadro di una politica comune europea, consolidando strategicamente l’industria navalmeccanica ad alta tecnologia”.

Il totale della somma stanziata, con il passaggio dal sistema dei mutui al finanziamento diretto, per evitare di sprecare risorse in interessi, era di 6,7 miliardi di euro e non 5,3 come sostiene oggi il ministro Pinotti. Sotto elezioni bisogna dare un colpo al cerchio (Fincantieri) ed uno alla botte (gli elettori del PD)?

Il provvedimento permise l'avvio di un programma per la realizzazione dei primi sette Pattugliatori Polifunzionali d’Altura (PPA) dei 10 approvati dal governo e Parlamento, un'unità anfibia multiruolo LHD (Landing Helicopter Dock), di un'unità da supporto logistico o LSS (Logistic Support Ship) e due mezzi veloci per gli incursori.

Dov'era “Roberta Pinotti”? Era stata da poco nominata sottosegretario alla Difesa ed assisteva incuriosita agli eventi pensando forse, come qualcun altro in precedenza, che l'Italia non avesse bisogno di navi perché di per sé “una portaerei naturale protesa nel Mediterraneo“. Riprova ne è che quando diverrà ministro della Difesa non proporrà la seconda tranche della legge navale che avrebbe completato la seconda metà del lavoro necessario a mantenere una credibilità per la Marina come strumento militare, anzi, per completare il programma delle FREMM dovettero intervenire i sindacati per evitare che le FREMM si fermassero a 6 invece delle 10 approvate a suo tempo dal governo.

Nello stile tipico della politica degli annunci senza conseguenze, proclama in questi giorni - solo al termine del suo mandato si badi bene - l’esigenza di integrare il finanziamento del provvedimento per il rinnovo della Flotta, per completare il programma navale richiesto dalla Marina già nel 2013.

Con la stessa sfrontatezza il ministro Pinotti si attribuisce il merito di aver ottenuto per la prima volta un provvedimento per salvare la Marina, fingendo di non sapere che già nel 1975 il Parlamento aveva approvato una legge per un finanziamento decennale di 1000 Mld di Lire per costruire 100.000 tonnellate di unità navali, fra cui il Garibaldi (foto), le fregate Maestrale, i sommergibili classe Sauro, le navi rifornitrici Stromboli e Vesuvio, i caccia classe De La Penne, dieci aliscafi missilistici Sparviero, altre navi minori oltre ad acquisire 70 elicotteri medi. Con quel finanziamento decennale furono sviluppati anche i missili antinave Teseo, i cannoni della Otomelara 127 mm., il 76 compatto, sistemi di guerra elettronica e radar di produzione nazionale.

La campagna elettorale 2018 sarà ricordata come indicatore di un Paese decaduto. Già in dicembre il portale della Difesa era diventato un indecente manifesto elettorale con svariati “Roberta Pinotti” in home page all'evidente fine di evitare incertezze da parte dei sottoposti in divisa al momento del voto (v.articolo). Svelato il tentativo l'attività è rientrata – malvolentieri – nei ranghi.

Roberta Pinotti” non deve temere. Non sarà l'ultima marachella a segnare il suo ministero. Già lo scorso anno la conferma del boicottaggio della comunicazione e della trasparenza nelle attività della Difesa nelle missioni all'estero con la drastica riduzione dei giornalisti nei teatri operativi verrà ricordata a lungo dagli addetti ai lavori (v.articolo). Il tutto avvenuto contro la volontà di militari che per lustri si sono aperti al rischio costante di venire strumentalizzati da una stampa in cerca di scandali incapace di imparare – unica al mondo – la funzione della presenza di soldati in zone di guerra. Aree in cui dover sparare viene ancor oggi camuffato con termini come “attività cinetica”.

Caro ministro “Roberta Pinotti”, non si sforzi, verrà rieletta. I suoi collegi sono - come si dice - “blindati”. Stando così le cose, esagerare con le balle e le infondate vanterie finisce solo per danneggiare il suo partito.

Quel che le auguro di cuore è che possa avere un nuovo incarico di governo, magari in un ministero come quello dell'istruzione. Un dicastero in cui la risposta ad ogni direttiva non sarà un “ottimo ed abbondante” ma una manifestazione con fischi, cartelli e la stampa sotto alle finestre dell'ufficio. Questo in caso di dati reali! Figuriamoci per le frottole...

(foto: ministero della Difesa / Marina Militare)