Il Libro Bianco della Difesa come la corazzata Kotiomkin?

(di Andrea Cucco)
04/04/18

Per quattro anni hanno alimentato una campagna mediatica (leggi “ci hanno fatto due maroni...”) per giustificare l'adozione di un nuovo Libro Bianco della Difesa.

Gli è andata male.

Sembra che i promotori, sia ufficiali che occulti, vogliano far approvare al nuovo Parlamento il fallimento che il vecchio ha lasciato in eredità. Speriamo che si risparmino anche solo la figuraccia del tentativo...

Ma cos'è un Libro Bianco?Con il termine libro bianco (dall'inglese "White Paper") si indica generalmente un rapporto ufficiale pubblicato da un governo nazionale o da un'organizzazione internazionale su un determinato argomento o settore di attività.

Il White Paper de noantri avrebbe dovuto essere un documento di programma pluriennale per la Difesa. Un documento dove veniva delineato il futuro delle forze armate per almeno 5 anni (valore da moltiplicare di fatto), in termini di risorse da destinare e di investimenti da attuare.

Ma attenzione: un “must” che, una volta approvato dal Parlamento, non può subire variazioni dovute alle varie Leggi di Bilancio annuali. Il White Paper, infatti, non è un testo di politica internazionale o un documento di previsione della spesa secondo la riorganizzazione delle forze armate, nel corso degli anni.

Chi lo ha redatto? Bella domanda. I più informati sostengono che sostanzialmente gli autori siano tre “saggi”. La propaganda di regime in origine invece affermava che (potenzialmente) sarebbero potuti essere milioni (leggi). Mi chiedo ancor oggi quali e quanti militari hanno dovuto aprire le migliaia di letterine elettroniche ricevute con suggerimenti e proposte. Come i folletti di Babbo Natale al Polo Nord... Giustamente poi, nel Paese con meno cultura della Difesa della Via Lattea, doveva essere la gente comune a fornire indicazioni al ministro “competente”... E della stessa diffusione di “cultura della difesa”, lo stesso, ha sempre parlato come fine del progetto. Coerentemente ha infatti censurato qualsiasi attività politicamente scomoda che, in Italia, parlando di militari, equivale a dire “quasi tutto”!

Il ministro che ancor oggi è in carica (non per propria volontà, tanto meno quella popolare, è la legge che lo prevede) solo tre anni addietro affermava che il progetto costituiva una guida per l’adeguamento delle forze armate alle "nuove esigenze" e, al tempo stesso, avrebbe fatto crescere in tutti la consapevolezza che sicurezza e difesa sono un patrimonio comune e una condizione indispensabile per lo sviluppo della nostra società.

Quali erano le nuove esigenze? Molteplici. Citiamone alcune.

La situazione internazionale: Siria, Libia, Ucraina, il “terrorismo”. L'Italia è stato spettatore attivo o passivo - sempre masochista - di menzogne. Le dovevamo istituzionalizzare? La fresca intenzione del presidente statunitense di ritirare finalmente le truppe dalla Siria sembra infatti evidenziare che – alla buon'ora – qualcuno gli abbia raccontato la verità su quanto accaduto realmente negli ultimi anni. I nostri non la conoscevano? Evidentemente no. Anche se i ringraziamenti e le strette di mano in tutte le caserme dopo esser ritornati dalla Siria per aver “raccontato ciò che tutti sappiamo ma non possiamo dire...”, non li dimenticheremo mai!

Abbiamo fatto e facciamo scelte gravi sulla base di documenti, provvedimenti o rapporti sbagliati e infedeli. Ne avremmo dovuto aggiungere un altro con questo Libro Bianco?

Vogliamo parlare poi delle preoccupazioni per la Libia, l'Ucraina o il "terrorismo" (quello che giustifica ogni attività o incapacità da molti decenni...)?!

Ma non è stata solo la "situazione internazionale" ad ispirare certi animi nobili e disinteressati.

Uno dei punti più contestati avrebbe riguardato la riorganizzazione dei poteri nella Difesa: in un mondo in cui esistono diverse “correnti” veniva introdotto il pensiero e la "cordata" unica. Da un lato si è tentato di accentrare potere nelle mani del ministro e del capo di stato maggiore della Difesa a scapito dei singoli vertici delle forze armate (in passato - ahiloro - non sempre ossequiosi), dall'altro si aggiungevano nuovi incarichi e stipendi al vertice (a favore di civili) millantando efficienza ed ottimizzazione delle risorse.

Le critiche al progetto sono state innumerevoli. Tutte puntualmente ignorate.

Con la caduta di un regime, assieme ai responsabili dello sfacelo, devono sparire tutti i provvedimenti che lo hanno caratterizzato? Negativo. Tuttavia se – a titolo di esempio –nel 1945 qualcuno si fosse sognato di riproporre “leggi razziali” non passate nel 1935 la reazione sarebbe stata, come minimo, una risata.

Dopo anni di propaganda è finalmente ora che qualcuno dica come stanno le cose: “Per me! Il Libro Bianco della Difesa, è... da rifare!”.
E non perché non ve ne sia necessità. Semplicemente per i contenuti.

(immagine: fotogramma tratto da "Il secondo tragico Fantozzi")