È di mercoledì 9 marzo la notizia che la Russia intende trasmettere all'OPCW, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, un atto di accusa al governo ucraino per lo sviluppo di armi non convenzionali. Questo accade mentre le televisioni controllate dal governo di Mosca - cioè tutte quelle attive nella Federazione russa - non smettono di parlare, pur senza fondamento, di fabbriche di armi chimiche americane in Ucraina e di fantomatici progetti di Kiev per dotarsi di armi nucleari.
A guardar bene non si tratta di una trovata massmediatica, ma preannuncia qualcosa: dopotutto, l’eco dei discorsi di Putin del 21 e del 24 febbraio, compresi i tanti riferimenti al nucleare, non smette di rimbalzare in Russia e nel mondo. Adesso nessuno sano di mente può ignorare il fatto che l’ex spia del KGB assurto al Cremlino fa quello che scrive e preannuncia apertamente le sue intenzioni. Non si nasconde, se non per far intravvedere le sue mosse a chi per lo spavento può diventare docile e per confondere chi non è pronto a opporsi. Abituati all’idea che non esistano posizioni e valori che non siano negoziabili, noi occidentali abbiamo sottovalutato tutto questo.
Eppure, dall’alba del 24 febbraio il mondo non appare più lo stesso: è accaduto un cambiamento più profondo e più rapido di quello imposto dalla pandemia. Tuttavia, anche se è cambiato il paradigma, ancora oggi facciamo finta di non capire il significato delle parole pronunciate dallo stesso Vladimir Putin in quei due discorsi e soprattutto tre giorni dopo, il 27 febbraio, alla presenza del ministro della difesa Sergey Shoigu e del capo di stato maggiore interforze Valery Gerasimov. In tale occasione, il leader russo ha ordinato di porre le forze di deterrenza dell'esercito russo - che comprendono armi nucleari - in "regime speciale di servizio da combattimento" in quanto "i Paesi occidentali non stanno solo intraprendendo azioni ostili contro il nostro Paese nella sfera economica, intendo quelle sanzioni di cui tutti sono ben consapevoli, ma anche gli alti funzionari dei principali Paesi della Nato fanno dichiarazioni aggressive contro il nostro Paese".
Ma che cosa sono le forze di deterrenza? Il riferimento è alle forze strategiche difensive e offensive: queste ultime includono sistemi nucleari non nucleari o duali, fra cui bombardieri, sottomarini, unità navali, navi armate con missili da crociera ecc., oltre ai missili ipersonici a uso duale e presto anche il RS-28 Sarmat, meglio conosciuto come Satan-2, capace di trasportare 12 testate nucleari.
Alla luce di questa chiarezza di intenti, la diffusione di messaggi falsi e allarmistici circa armi di distruzione di massa in dotazione o in fase di sviluppo in Ucraina non pare solo rivolta alla mobilitazione dell’opinione pubblica interna, ma sembra piuttosto il giustificativo per il prossimo passo del leader russo e dei suoi accoliti. Non dimentichiamo che si tratta di persone ormai chiuse in un angolo, a seguito di due fallimenti: conclamato quello del blitz progettato per conquistare il controllo dell’Ucraina in pochi giorni e probabile, anche secondo le cancellerie occidentali, quello della campagna aerea che sta martellando Kiev, Sumy, Odessa, Kharkiv e Mariupol. Quest’ultima, terroristica e massacrante, non servirà a nulla senza un deciso attacco via terra delle forze russe alle cinque città e senza un massiccio impiego di forze di occupazione, operazioni per le quali, a detta degli esperti, l’eventuale - e impossibile - impiego delle Forze terrestri o SV1, della Marina militare o VMF2 e della Forza aerospaziale o VKS RF3, prese nella loro interezza, non sarebbe sufficienti.
Ecco, allora, perché abbiamo definito “chiusi in un angolo” Putin e i suoi più stretti collaboratori: sono stretti in una morsa fra l’assenza di una chiara e gloriosa vittoria e l’impossibilità di comunicare in modo diretto col popolo e le élite russe come stanno andando le cose, ma anche privati della via d’uscita negoziale, che getterebbe una pietra tombale sul loro futuro politico (e forse non solo su quello). Sono pochi uomini, forse nemmeno rappresentativi della volontà della maggioranza dei Russi, come alcuni sondaggi di regime vorrebbero far credere, ma sono al vertice di una potenza nucleare e non hanno una via d’uscita sicura. Si sono cacciati in trappola, con le loro stesse mani…
Così, si materializza il fantasma atomico: quando l’Ucraina avrà rifiutato l’ennesimo invito a lasciarsi neutralizzare e disarmare, l’uso delle armi nucleari sembrerà l’unica soluzione. Potranno agevolmente dire che è lo stesso che gli Stati uniti fecero per costringere il Giappone alla resa: annientare un’intera città. E se come il Giappone gli Ucraini riterranno folle consegnarsi nelle mani di chi usa l’arma atomica contro di loro e rigetteranno la richiesta di arrendersi, ecco che un’altra città sarà fulminata.
Come reagiranno i leader occidentali, non è dato di immaginarlo: non sappiamo nemmeno se dopo il superamento del limite estremo e con un gruppo dirigente russo a quel punto “nemico del genere umano”, lasceranno che Mosca possa colpire una seconda volta, senza averla prima almeno minacciata.
A quel punto, a seguito del primo strike o dopo il secondo, una volta che il peggio si sarà materializzato, il mondo rischierà davvero di sprofondare nell’abisso?
1 Suchoputnye vojska
2 Voyenno-morskoy flot
3 Vozdušno-Kosmičeskie Sily Rossijskoj Federacii
Foto: MoD Fed. Russa