Il capo di stato maggiore della Difesa italiana, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha incontrato ieri il collega francese, il generale Thierry Burkhard.
Il comunicato stampa divulgato da Via XX settembre riporta:
Obiettivo dell’incontro è stato il rafforzamento e l’ampliamento dei rapporti di cooperazione tra i due stati maggiori e la firma del documento quadro per la cooperazione bi-laterale tra Italia e Francia (ITA – FRA Military Cooperation Framework), discendente dal Trattato del Quirinale.
“È stata una giornata importante per le nostra Forze Armate e per la nostra difesa: abbiamo firmato un documento di importanza strategica, il Military Cooperation Framework, ovvero la cornice concettuale entro la quale si svilupperanno le future aree di collaborazione tra Francia e Italia.” Ha dichiarato l’ammiraglio Cavo Dragone al termine dell’incontro.
I due chief of defence (CHOD) hanno anche discusso della situazione nel Sahel, regione di importanza strategica per la sicurezza dell’area mediterranea; dello strategic compass dell’Unione Europea, a cui entrambe le nazioni vogliono dare concretezza nel minor tempo possibile; infine, hanno affrontato un tema importante per il concetto strategico della NATO, che secondo i due capi di Stato Maggiore necessita di una revisione per un approccio più strutturato che tenga conto oltre che dei tre domini operativi tradizionali, terrestre, marittimo e aereo, anche di quello cyber, spaziale e cognitivo.
Nel discutere di Difesa con un francese bisognerebbe al 90% ascoltare ed imparare. Prima di trattare di massimi sistemi, come di "dominio cognitivo", perché non iniziamo dall'ABC e - come avviene a Parigi ed alla luce del Trattato del Quirinale - anche la nostra Difesa non organizza una semplice conferenza stampa settimanale?
Certo, come a Parigi non dovrebbero essere più chieste in anticipo le domande, come a Parigi non potrebbero essere più filtrati gli indesiderati, come a Parigi potremmo far partecipare telematicamente centinaia di giornalisti. Per contro - a Roma... - dovremmo ricordare di essere ancora sudditi "sabaudi" figli di una sconfitta e non - come a Parigi - fieri repubblicani eredi di una Rivoluzione...
Potrebbe tuttavia essere un piccolo inizio, probabilmente avversato con fermezza (non trattandosi di flatus vocis sulla fuffa ma di diritti civili) dal ministro politico di turno. L’onorificenza di ufficiale della Legion d’Onore, consegnata ieri all’ammiraglio Cavo Dragone dal generale Thierry Burkhard, potrebbe a quel punto davvero non brillare solo di luce propria.
Foto: ministero della Difesa