È stato un regno lunghissimo, che ha attraversato uno dei periodi più complessi della nostra era. Elisabetta Windsor è stata La Regina; il suo destino è stato segnato alla nascita con il suo nome.
È stata la Regina di un Regno appena uscito da una guerra devastante, un Regno che stava ancora dismettendo i panni imperiali, accompagnato dal discorso di guera di un Re più coraggioso di quanto l'Inghilterra potesse attendersi. E la figlia non poteva essere da meno. Piccola, graziosa, ma dura, temprata, accompagnata da un consorte schietto, poco formale, ma sempre presente.
È stata la Regina della crisi di Suez, delle isole Falkland, dei 15 primi ministri che ha nominato personalmente. È stata la Regina dei Beatles, dei Rolling Stones, del punk; ha vissuto e governato un Paese antico e lo ha accompagnato verso il futuro.
La perfezione non è certo umana, neanche per il Capo di una Chiesa, ma in qualsiasi evento, a torto o a ragione, ha anteposto San Giorgio a qualsiasi altra cosa. Del resto può essere difficile giudicare chi, pur potendo evitarlo, è rimasto al fianco del Re mentre i razzi cadevano su Londra.
Se il Regno è ancora unito forse lo di deve a lei, al rispetto ed all'affetto nutrito per lei da gran parte della gente. Elisabetta passa un'eredità difficile, complessa, nel bel mezzo di una guerra scatenata da quello stesso popolo pesantemente apostrofato dal Principe Filippo, a cui la Rivoluzione rossa ha sterminato una famiglia.
Ora è il momento del rispetto. Per una Regina, per un Paese antico, per un popolo.
God save the King!
Foto: MoD UK