Potenzialmente è il miglior ministro della Difesa dell’ultimo secolo: sagace e preparato non avrà bisogno di gente che bisbiglia nell’ombra o che sorridendo prende per i fondelli il “politico di turno” per sapere ciò che è (davvero) meglio per il Paese.
Ricordo il rimpianto di chi, diversi anni addietro, avendo lavorato a stretto contatto con il sottosegretario Crosetto (2008-2011), rimpiangeva quel periodo, durissimo e senza sconti ma estremamente motivante.
La questione non è però “chi” è il ministro ma “dove” tornerà oggi Guido Crosetto.
La Difesa sarebbe in condizioni perfette per un periodo di pace in cui, alla luce dell’utilizzo “duale”, molti militari possono permettersi il lusso di sembrare “ministeriali in divisa”.
Siamo in guerra, volenti o nolenti, a torto o a ragione, che lo abbiano deliberato le Camere o meno. Dopo aver sentito la sveglia del 24 febbraio abbiamo continuato a dormire. Troppi “ancora 5 minuti” ci hanno fatto riappisolare.
Non c’è da stupirsi. Decenni di discorsi retorici, tagli a personale, addestramento e dotazioni, ma anche sberle costanti in ogni confronto internazionale in cui si sarebbe dovuto mostrare un minimo di polso, hanno ridotto ai minimi termini la nostra (volontà di) deterrenza.
Per quanto riguarda l’industria non vogliamo di certo spiegare al presidente dell’AIAD (federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza) quello che non può non sapere: non si può “eccellere” all’infinito senza vendere i propri prodotti su un mercato in crescita e competitivo. Bisogna avere il coraggio di lasciare il proprio piccolo porto sicuro e scoprire che c’è un mare di opportunità.
Se la logica italiana sarà ancora quella di “tirare a campare” rifilando oggi quello che serviva l’altro ieri alle Forze Armate, non c’è futuro. Se gli “strateghi aziendali” saranno ancora i fedelissimi (incompetenti) dei trombati alle elezioni possiamo anche chiuderle subito.
C’è una guerra a meno di 700 chilometri dal nostro confine orientale. Non c’è tempo da perdere se davvero si vuole far finire la violenza. La pace si raggiunge quando – forti – si dialoga con i lupi. Le pecore non hanno scampo in campo diplomatico, al massimo vengono "graziate" per essere sbranate più tardi, alla bisogna.
Il Ministero della Difesa, lo si voglia o meno, non è più di secondaria importanza: qualsiasi politica estera, qualsiasi politica energetica, qualsiasi politica diplomatica, senza credibilità militare sarà un flop.
Buon lavoro dunque ministro Crosetto! Ricordi che suo primo compito, se davvero vorrà dare la svolta di cui l’Italia ha bisogno, sarà difendere forze armate e aziende... da se stesse!