Dal momento che il presidente del consiglio sembra, di massima, aver rotto a livello di vertice la lunga tradizione in cui i dicasteri sono spesso stati considerati caselle “bianche” da riempire a prescindere dalle competenze, è opportuno che non si contraddica cedendo a vuoti cencellismi.
A breve dovrà scegliere decine di sottosegretari. Stiamo parlando di figure fondamentali per permettere ad ogni ministro di svolgere al meglio il suo mandato.
Si rincorrono le voci più disparate a favore dei personaggi più improbabili riguardo ai nomi con cui “riempire” certi spazi. Se fino ad oggi questo malcostume è stato “tollerabile”, in questo preciso momento storico, è un lusso che l’Italia non si può più permettere.
Non c’è quindi più tempo per politici parcheggiati per qualche anno (quando gli va bene) in un dicastero a leggere discorsi (scritti da altri), ad avere una vaga idea di dove sono finiti solo a fine incarico... e “istruiti” sul da farsi da qualcuno messo in buona fede (o “utilità altrui”) nel proprio ufficio.
Non c’è più tempo per privilegiare poltrone scaldate da indolenti carriere personali.
Non c’è tempo, dal momento che proprio Meloni ha sottolineato l’autorevolezza ricercata nei ministri designati, per affiancare loro collaboratori senza idee, programmi o consapevolezza delle urgenze.
Non c’è tempo per esaminare curricula o valutare raccomandazioni per politici che non riportino una carriera o esperienze in una relativa commissione per almeno una legislatura.
Personalmente, seguendone da anni gli interventi, abbiamo apprezzato la scelta alla Difesa del ministro Crosetto e osserviamo con dispiacere gli attacchi che sta subendo. La sua colpa “imperdonabile”? Probabilmente conoscere troppo bene una metà del mondo della Difesa: ha lavorato a lungo, come presidente dell’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), al servizio delle aziende italiane del settore (la maggior parte di loro, di fatto, di Stato).
Si chiedono in molti: “continuerà a fare i loro interessi di parte?” Non vogliamo di certo "assegnare nobel" a chi poi potrebbere distruggere con le azioni la fiducia riposta, ma credo che la migliore risposta del ministro saranno i fatti, le attività al servizio della Repubblica e non reazioni a caldo (come le querele…).
Ebbene - rimanendo in ambito Difesa - ad un personaggio tanto preparato e con una così lunga esperienza, potrà Meloni affiancare politici improvvisati? Colleghi da “piazzare”?
Speriamo vivamente di no. Per una semplice ragione: non c’è tempo da perdere per salvare il Paese dal terremoto in corso sotto ai piedi e dal disastro ben peggiore all’orizzonte. Che si fa finta di non vedere...
Foto: presidenza del consiglio dei ministri