Signor presidente, mi rivolgo a lei perché, a distanza di 18 mesi da una guerra a meno di 700 chilometri dal nostro confine orientale, con centinaia di migliaia tra morti e feriti, i soldati italiani sono ancora baldanzosamente impegnati in un improprio e vergognoso “dual use”.
Mi riferisco all’Operazione “Strade Sicure”.
Nel 2008 l’articolo della legge n°125 disponeva “Per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio, può essere autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze armate, preferibilmente carabinieri impiegati in compiti militari o comunque volontari delle stesse Forze armate specificatamente addestrati per i compiti da svolgere.”
Quello che sarebbe dovuto inizialmente durare sei mesi è in piedi ancora oggi.
Le chiedo: dopo 15 anni le “specifiche ed eccezionali esigenze” sono divenute croniche?
Purtroppo nel nostro Paese non c'è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla è più provvisorio del definitivo.
Gli agenti di pubblica sicurezza in Italia (senza contare i 60.000 della polizia locale) sono oltre 300.000. In un Paese che ha più del doppio degli agenti dell’Inghilterra ed un terzo in più della Francia, il reiterato affiancamento di 5000 militari non rappresenta un insulto alle capacità stesse delle nostre forze dell’ordine?
Certo, in tempi tranquilli, i fondi di "Strade Sicure" hanno permesso di tinteggiare e/o rattoppare le caserme dei reparti impegnati, altrimenti inesistenti. Oggi i parametri sono cambiati e bisogna aprire gli occhi.
Presidente mi rivolgo a Lei perché, a volte, la politica ha bisogno di un richiamo dall’alto. Dal momento che la seconda carica dello Stato è rappresentata da chi ha voluto a suo tempo l’Operazione (sicuramente allora a ragione) ed oggi continua a difenderla quando perfino il precedente ministro della Difesa ne aveva compreso i limiti e le conseguenze, ridimensionandola (v. il linguaggio non verbale dell’ex ministro Guerini nel video…), serve un’azione decisa da parte sua.
La sua autorevolezza potrà porre fine ad un servizio che si è protratto abbondantemente oltre il tempo limite e permetterà a 5000 militari di occupare, nella peggiore delle ipotesi, una trincea dopo essersi addestrati a combattere e non una bara certa dopo aver impropriamente piantonato per anni un marciapiede, sotto al sole e con armi da guerra.
Andrea Cucco
Foto: Quirinale